Il Pé dla Stria di Fobello e Il Salto nell'Invisibile

Il Pé dla Stria di Fobello (VC)  Alta Val Mastallone – Valsesia – PIEMONTE

Ognuna di noi, fra quelle che nella vita hanno scelto o si sono sentite attratte dal “cammino magico”, da sempre avrà fantasticato sul possedere una qualche capacità straordinaria di apparire o scomparire, dovunque volesse, per seguire una rotta altra, quella tracciata dalla spinta innata dell'anima antica, piuttosto che dal corpo. Secondo un racconto orale, a Fobello, a una donna di potere accadde, ovvero costei ebbe la fortuna – dettata dalle sue innate capacità – di poter fuggire attraverso una via invisibile per affacciarsi su un regno-altro, popolato da ogni sorta di creatura, latente e misteriosa. “Forse è per questo che il piedino della Strega di Fobello ha lasciato una impronta così piccina” – mi sono detta – perché, sparendo, la Strega si era “fatta piccola”, come una versione vivente di Alice di Lewis Carroll, che solo rimpicciolendosi avrebbe potuto varcare certi passaggi segreti del mondo meraviglioso… “Chissà che, saltando sul sasso, anch’io non sparisca” – ho pensato – “ricalcando l’impronta della piccola strega con la mia...”.


Un Tuffo nella Leggenda

La leggenda della Alta Val Mastallone sulla quale ho camminato durante il ponte del 1 maggio, poco dopo aver setacciato il Bosco delle Streghe di Fobello, alla ricerca del tanto anelato “Pianel dal Strii ubicato tra Cervatto e la frazione Torno di Fobello, mi è stata trasmessa da Anna Maria Tirozzio de “I Biscutin dal Strii” in persona. Si tratta di una memoria diffusa di generazione in generazione, non riscontrabile tra le fonti letterarie delle quali sono in possesso, la quale, pur se dimenticata, echeggia ancora nell'anima della gente della Conca di Smeraldo, Fobello, così detta per la ricchezza dei suoi boschi, protagonista indiscussa di mete escursionistiche valsesiane senza eguali.

Citazione di Viaggio. Il Pé dla Stria “Essendo di Cervatto, Fobello non è esattamente il mio territorio, perciò i miei ricordi sono un pochino sbiaditi. L’ultima volta che vidi il Pé dla Stria ero ragazza, ma proverò a spiegarti come raggiungere quel “tremendo sasso” vicino al faggeto che sorge tra Fobello e Belvedere...”. Tirozzio Anna Maria, “I Biscutin dal Strii”, Fobello (VC)

E così è stato: Anna Maria ha dato a me e a mio marito le sue indicazioni misteriose – sempre araldiche, quasi voglia che le cose le si scopra da soli, come è stato per il Pianel dal Strii e come del resto è giusto che sia...
“Prova a vedere se, fra quei sassi, che si somigliano un po’ tra loro, ce n’è uno che ti ispira e poi spazzolalo piano piano con ciò che hai con te, può essere che la vegetazione si sia mangiata l’impronta, sono passati così tanti anni…”– ha aggiunto, impaziente quanto noi, all’idea di ri-trovarla…

Come sempre, l’entusiasmo iniziale veniva sostituito da attimi di scoraggiamento, a mano a mano che perlustravamo l’area, la quale, essendo traboccante di sassi e rocce, impediva di individuare a colpo d’occhio quello che avrebbe potuto essere “il sasso giusto”. Pensando all’aggettivo utilizzato da Anna Maria, “tremendo”, io e il mio compagno di ricerca ci illudevamo di restringere il campo ai massi più grandi, come l'imponente preia che ho inserito nell’album fotografico; sorprenderà invece sapere che la roccia “segnata” non superava il metro in larghezza ed era alta quanto un bambino.

Ne abbiamo ripulita qualcuna con la mia scopina da viaggio, facendo attenzione a non intervenire sul muschio vivo per non deturparlo, dato che strapparlo è  illegale oltre che poco etico, ma alla fine non è stato difficile capire quale fosse la roccia leggndaria...

Un ometto di pietra era stato eretto da qualche visitatore precedente sulla sommità del sasso, con tutta probabilità affinché chi sarebbe arrivata/o dopo avrebbe potuto riconoscerlo, tanto è vero che la graziosa impronta era proprio lì, completa di tacchetti nitidamente riscontrabili, sorgeva su una specie di scalino alla sinistra della pietra, nascosta sotto alle foglie secche, proprio come aveva predetto la nostra amica del Biscutin dal Strii. Persino un vecchierello che passava di lì, incuriosito, si è avvicinato per domandare cosa stessimo facendo e non appena gli abbiamo rivelato del Pé dla Stria, l’uomo ne ha avuto una sorta di reminiscenza e ha confermato che era proprio quello, il sasso, accennando ai bei tempi di gioventù in cui ricordava addirittura di averla fotografata… 

— Ma sono passati tanti anni — ha detto… E, andando via, si guardava le spalle, scosso. Chissà che cosa avevamo appena risvegliato, forse il ricordo di un vecchio amore, il profumo di una primavera magica, celata nella memoria…

Leggenda di Viaggio. Il Pè dla Stria. Presumibilmente, in epoche lontane una strega locale aveva il potere di incantare chiunque la incontrasse e mentre cercava di fuggire dalla folla inferocita del villaggio, dato che gli abitanti di Fobello erano intenzionati a scacciarla, la strega saltò via, sparendo, facendo leva sul sasso e lasciando impressa nella pietra l’impronta del suo piede. Secondo la superstizione popolare, toccare o avvicinarsi al sasso avrebbe portato sfortuna, eppure non c’è da meravigliarsi se, alla fine, la storia della strega – forse una bambina, data l'impronta minuta – sia rimasta così radicata nei cuori dei fobellesi, tantoché – ce lo ha detto Anna Maria – quando negli anni Ottanta costruirono la strada dove tutt’oggi sorge, si scelse all'unanimità di non deturpare la conformazione rocciosa in alcun modo. Si tenne conto della roccia stregata e si decise che sarebbe dovuta rimanere lì, a monito della Strega, e così è stato.

Citazione di Viaggio “Le nostre Streghe erano creature piccoline, non delle donnone come quelle che si vedono oggi. È normale che l’impronta fosse piccola…”. Tirozzio Anna Maria, “I Biscutin dal Strii”, Fobello (VC)

D'altra parte, non sono mancati casi di accuse di stregoneria registrati nel fobellese; nel 1863 la detta Medica di Fobello, la quale professava arti sanitarie considerate al limite tra medicina e arte stregonica, venne processata dal “Tribunale del Circondario” di Varallo in quanto pericolosa per l’equilibrio sociale montanaro (1)...

Brevissimi Cenni dalla Tradizione Precristiana delle Alpi 

Non è difficile per chi, come me, percorre i sentieri della leggenda e del suo legame con le dimensioni cultuali precristiane, immaginare una connessione tra il racconto valsesiano e le entità pagane preesistenti – trattasi di dee, donne straordinarie o fate che, soprattutto nelle Alpi, venivano collegate al “Piede d’oca”Anche se tendenzialmente le entità magiche sono invisibili, ci sono aspetti di loro, provenienti soprattutto dalla tradizione locale, che possono essere descrittivi di una natura fisica e quindi presumibilmente “reale” (2). Lo storico erudito Roberto Gremmo, ricorda altresì che il “Pé d’òca” tipico della Val dl’Elf, ossia la Valle dell’Elvo nel Biellese, che già lo scorso inverno mi era saltato alla mente non appena Anna Maria aveva accennato al Pé dla Stria, è un motivo ricorrente nelle leggende delle Alpi come in altre aree d'Italia, conservato in forma epica a prova della comune matrice culturale delle antiche popolazioni megalitiche che per prime civilizzarono l’Europa occidentale (3). Non a caso, fin dalla notte dei tempi si aveva attribuito certe caratteristiche fisiche – tra le altre il sembiante del Pé d’òca – alla entità tutelari quali dee protettrici di certe conformazioni naturali, come montagne o valli, nientemeno i luoghi dove la Grande Antenata Celeste, la protettrice del clan e del focolare della casa – che comunemente chiamiamo “Befana” ma trae origine da una figura reale e di rilievo già nel neolitico – secondo la tradizione resterebbe nascosta per tutto l’anno, finché non ricompare ad annunciare l’inverno, scendendo dalle montagne portando tempesta... (2). Se non altro, il motivo della “cacciata”, con il trascorrere del tempo andato demonizzandosi, lo ritroviamo sia nei vecchi fuochi che venivano accesi in tutta l’Europa precristiana per allontanare le entità invernali e gli antenati – che durante il Capodanno venivano “rispediti” a dimora per fare spazio alla nuova stagione e alle energie giovani – sia nella leggenda delle fanciulle dal Pé d’òca che vennero scacciate dalla dura gente del biellese (3), sia, ancora, nella caccia vera e propria alle Streghe che raggiunse l'apogeo tra il 1580 e il 1650 (5), testimoniata anche da leggende come quella fobellese del Pé dla Stria. Non si dimentichi che, poco lontano, a Cervarolo di Varallo Sesia, la Stria Gatina venne massacrata per aver difeso la vita di un albero, ed era già il 1828. La sua storia qui... Anche nel folklore francese il tratto zoomorfo della dea dell'inverno ricalca il motivo qui accennato, nei panni della Tante Arie che ha tradizionalmente zampe d'oca (6). Di ognuna di loro, non sono rimaste che “impronte”: alcune nella memoria, o nel mito, altre, nella fredda pietra…

Anna Maria Tirozzio. Custode di un Forno Sempre accesso

Anna Maria Tirozzio, custode di un forno sempre acceso (il forno o la stufa sono un altro motivo ricorrente nelle leggende sulle Streghe in tutto il Nord Italia) è doveroso dirlo, incarna i tratti di una delle figure tipiche della Natura, dell'inverno e del Natale – antiche e ambivalenti – a cavallo fra la severa strega, la fata protettrice e la zia “un po' fuori dalle righe...”. Questo perché non risparmia lezioni a nessuna e vive seguendo fermamente la sua volontà profonda, proteggendo e innalzando la sua terra, le sue radici, che considera sacre e inviolabili.

 
Il mio Album fotografico
Il Pé dla Stria di Fobello – VC – Alta Val Mastallone – Valsesia – PIEMONTE






Altri Doni del Faggeto




La grossa Preia



Sitografia e Bibliografia di riferimento

 (6) L'Incanto e l'Arcano, Claudia Manciocco - Luigi Manciocco, Per una antropologia della Befana, Armando Editore (Roma 2006), pp. 23 - 24 

Diritti

Testo, intervista e fotografie di proprietà di Claudia Simone. Tutti i Diritti Riservati.


Nota

Il precedente diario-intervista con Anna Maria Tirozzio de “I Biscutin dal Strii” pubblicato il 6 maggio 2025 è disponibile qui: Tornando al Pianel dal Strii di Fobello. Dove il Fuoco delle Streghe brucia ancora

“Al Strii”. Contatti

Tirozzio Anna Maria con i suoi Biscottini di Montagna “delle Streghe”, creati con materie prime artigianali si trova in Via Roma 34 a Fobello - VC- Tel. 3387181616 email: annamariatirozzio@libero.it

Commenti