La Strega di Castelvecchio di Rocca Barbena e altri Misteri tra Albenga e Savona

Castelvecchio di Rocca Barbena(SV)

La scorsa domenica, io e il mio compagno di viaggio – attratti da ciò che avremmo voluto incontrare, ma che purtroppo sul momento non era possibile – abbiamo fatto un volo verso l'amata Liguria, nel Savonese. Pronti a immergerci “nel sottosuolo ingauno” del Monte San Martino, ad Albenga, che nel 2015 si è scoperto protagonista della agghiacciante questione delle “Streghe Bambine”(1), ovvero sito di ritrovamento dei resti di una sepoltura anomala – di quelle che un tempo venivano inflitte perlopiù a coloro che si ritenevano “non morti”, ovvero che si aveva paura potessero ritornare dalla morte con terrificanti conseguenze per i vivi.. Secondo gli studi locali sia scientifici che ascientifici, non è da escludere che la ragazzina protagonista del mistero, la cui sepoltura è stata datata al 1300, la quale dalla postura delle ossa risultava prona, ovvero con il volto rivolto verso la terra, sarebbe potuta essere una creatura ritenuta pericolosa dalla comunità per una serie di svariati motivi. Si ha addirittura supposto che la piccola – forse perché affetta da anemia e scorbuto, i cui effetti a quel tempo venivano interpretati come segni di possessione demoniaca – fosse stata uccisa e seppellita come Strega. D'altra parte, durante gli scavi portati alla luce dalla équipe del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, lo scheletro di un'altra giovane donna, combusta, che avrebbe potuto avere all'incirca quindici o diciassette anni, è emerso sepolto sotto molti strati di pietra, sotto il pavimento della Basilica cimiteriale di San Calocero, costruito nel XV secolo. Nel 1585, a ogni modo, la Chiesa era già stata abbandonata dalla clarisse e non più adibita a edificio cristiano, poiché si trasferirono per volere del vescovo all'interno della cinta difensiva della città per timore delle incursioni turchesche. Dalle analisi della squadra di ricerca (fotografia qui), si evinse che che le due presunte Streghe erano forse legate tra loro dal DNA e le morti, con tutta probabilità, si potrebbe ipotizzare che fossero avvenute in un tempo contemporaneo alla Caccia alle Streghe, il ché – nonostante non siano mancate le accuse di una bufala – secondo lo storico locale Gerry Delfino le contestualizzerebbe come tali... Come spesso accade, impossibilitati a visitare il sepolcro, sulla rotta abbiamo scoperto altro, guidati dall’intuito e dalla disponibilità degli ingauni a indirizzarci dove qualche “punto luce” avrebbe potuto esserci per me...

Citazione di Viaggio “Il fenomeno della stregoneria nel ponente ligure è ancora poco studiato, eppure il nostro territorio porta i segni di questo passato. Nel ponente ligure la caccia alle streghe andò avanti dal 1400 a tutto il 1600. Per quanto riguarda le sepolture anomale di Albenga, non mi esprimo visto che se ne occupano gli archeologi che hanno condotto gli scavi. Certo è che le modalità di sepoltura non sono mai casuali e hanno sempre motivazioni precise”. Giorgio Amico, saggista ed esperto di tradizioni linguistiche in “Streghe nel Savonese, dossier dei cacciatori di sepolture anomale” di Federica Pelosi, 2015

Senonché, dato che nulla è mai perduto e, come mi piace dire, “Paese che vai, Strega che trovi”, mentre il misterioso complesso archeologico di San Calocero – VI sec. d.C., unica basilica cimiteriale della Liguria sorta sulla sepoltura di un martire – era visitabile solo su prenotazione fatta con largo anticipo ma, soprattutto, presentandosi con un certo numero di partecipanti affinché il sito potesse coprire il costo della necessaria guida turistica, ad aspettarci c’era il piccolo borgo di 127 abitanti chiamato Castelvecchio di Rocca Barbena, “luogo dell’entroterra ingauno” – spiega lo storico, editore e poeta locale Gerry Delfino(2) – “secondo documenti ritrovati nell’archivio diocesano, dove si svolse il primissimo processo a una strega locale, che precedette di oltre due secoli quelli della Valle Argentina”, ovvero storica dimora delle più famose Streghe di Triora. La testimonianza riferita da Delfino – collezionista di libri antichi sulla Liguria – si riferisce a un bruto di Castelvecchio che, forse stanco di sopportare quelle che riteneva le stranezze di una moglie un po’ pesante, incominciò a diffamarla tra la gente del paese, facendola così denunciare come Strega.

Castelvecchio di Rocca Barbena, in cima allo sperone di roccia, il Castello dei Del Carretto

Presto fatto, una volta sul luogo, posto a circa una ventina di minuti a salire da Albenga, a 400 metri di altitudine, nel cuore della Val Neva, ci siamo ritrovati davanti una architettura muraria da fiaba, a cavallo tra romanica e gotico-medievale il cui originario complesso abitativo risale al I secolo. Era quasi impossibile, per la sua bellezza, ritenere quel luogo e i suoi vecchi abitanti responsabili di un rogo ai danni di una donna innocente. Dopo aver girato un pochino a piedi, per prendere confidenza con la peculiare energia che emanava, abbiamo chiesto informazioni al titolare di una piccola attività ristorativa che si tramanda di padre in figlio da ben centoquindici anni!

— Che io sappia, qui non c’è mai stata nessuna strega, non conoscevo questa storia — ha detto con timidezza e stupore, mentre altri locali consumavano un caffè al banco di legno vicino a noi, tanto increduli da sentirsi chiamati all’attenzione durante la nostra conversazione.
    Eppure, aspetta, ora che mi ci fai pensare — ha aggiunto dopo un istante di silenzio — C’è una casa, dove l’abitato finisce e c’è solo sperone di roccia, in fondo alla Via Sottoriva, vicino alla piccola Piazza delle Erbe, che lo sappiamo solo noi di “Castrevegliu”, che è sempre stata chiamata La Casa delle Streghe; ma non abbiamo mai saputo perché, pensavo fosse una leggenda, uno scherzo..
    Sarebbe possibile visitarla? — ho chiesto io, pregustando il dono che il fato aveva posto sui miei passi.
 Attualmente, appartiene a un milanese, l’ha comprata un po’ di tempo fa un tale Rocchelli con la moglie. L’ha recintata e dichiarata proprietà privata, ma potete scendere giù e vederla da fuori, se volete.

Senza farcelo ripetere due volte, eravamo già là.

La Casa delle Streghe di Castelvecchio di Rocca Barbena

La Casa delle Streghe di Castelvecchio di Rocca Barbena

La Casa delle Streghe di Castelvecchio di Rocca Barbena

La Casa delle Streghe di Castelvecchio di Rocca Barbena

La Casa delle Streghe di Castelvecchio di Rocca Barbena

Curiosità di Viaggio. La Tomba della Strega di Castelvecchio Ho scoperto solo dopo il mio rientro dal viaggio che da qualche parte, nel borgo di stradine tortuose che sorge sullo sperone roccioso, è nascosta una strana tomba a forma di cuore che si dice appartenga all'ultima strega del paese. Quando tornerò, se ritornerò, forse andrò a cercarla...

Durante il nostro scambio, un signore, ospite del bar e presumibilmente amico del gestore della “Trattoria da Malco dal 1915 la cucina casalinga a Castlevecchio di Rocca Barbena”, ci aveva fatto presente la libreria appartenente allo storico Delfino sopra citato, anche se non era certo che fosse ancora sua (e nemmeno se fosse ancora vivo). Sapevamo bene di quale punto vendita parlasse, dato che eravamo stati nel centro storico di Albenga poco prima di recarci al borghetto stregato e, come una bambina, avevo schiacciato il naso e le mani sulla vetrina buia per sbirciare dei titoli imperdibili e introvabili nelle librerie online… Lì, vicino al Battistero, ovvero adiacente la piazza di San Michele con la omonima chiesa, avvenne in effetti il rogo della Strega di Castelvecchio, rispettivamente nel 1300. Non ne sapevamo nulla, eppure eravamo finiti, “per caso”, in quella piazza per gustare un pezzetto di focaccia e un cappuccino, bisognosi di rifocillarci dal turbolento viaggio in autostrada, lungo il quale, naturalmente, avevamo trovato pioggia e nebbia fittissima. 

Albenga, Chiesa di San Michele Arcangelo

Albenga, Chiesa di San Michele Arcangelo

All’interno della Chiesa (IV-V sec.) testimone della barbarie, la quale sembrava stilisticamente “gemella” della Cattedrale di San Michele Arcangelo che avevamo visitato esattamente un anno prima, a Pavia, c’era un ex voto del 22 aprile 1456, dedicato a Santa Clara di Assisi, con il motivo marinaro della vela sul mare in tempesta. Solo alcuni giorni prima, mi ero ritrovata a discutere con un conoscente su una questione, e l’uomo, adirato senza una particolare giustificazione, aveva alzato la voce con me, mancandomi di rispetto e sottolineando che “non si cambia vela all’ultimo, se si dice una cosa poi bisogna fare quella” – al che, avevo risposto che io la rotta la cambio, ogni volta che è richiesto e sento che è la cosa giusta da fare per me. Un mondo di cieca coerenza è un mondo di stolti, l’ho sempre pensato. La coerenza ha causato più guerre religiose e la presa di potere di taluni regimi totalitari molto più che l’incoerenza e la capacità di fare qualche passo indietro davanti alla inevitabile sciagura, talvolta causata più dalle proprie scelte e azioni che da altro.

Ex voto, Santa Chiara d'Assisi, 1456 - Chiesa di San Michele Arcangelo di Albenga(SV)

Battistero, vicino alla Chiesa di San Michele Arcangelo di Albenga(SV)

Ma, ritornando a Castelvecchio di Rocca Barbena, tutto quel tempo a girare per il paese, sprovveduti, a chiederci, fantasticando un po’, quale avrebbe potuto essere la casa della Strega, dove la povera donna subì – con tutta probabilità – anche delle violenze da parte del marito, solo per dover ripercorrere l’intero borgo, con tutti i suoi sali e scendi, alla ricerca dell’unico angolo di abitato che non avevamo raggiunto e notato. Chissà se si chiama “La Case delle Streghe” per via di un legame con le vicissitudini della vittima citata dal Delfino? Chissà che, invece, non sia una reminiscenza più antica – complice un ricco folklore preesistente e suggestioni uniche nel loro genere – ad aver originato storie e leggende che posseggono un sostrato originario di grande rievocazione e interesse stregonesco?

Citazione di Viaggio “Esistono storie, liguri o riguardanti la Liguria, del periodo precristiano, che non si possono proprio tralasciare. Nelle leggende stesse, quante reminiscenze pagane si possono trovare! Incominciare quindi dalla mitologia non è poi tanto arbitrario…! Aldo Rossi, Liguria Magica, Storie di Draghi, Diavoli, Streghe, Fantasmi e altro ancora, Biblioteca dell'Insolito, Riedizione 2007, Fratelli Frilli Editori, p. 13

Se volessi scrivere un romanzo dedicato alle Streghe nostrane, è qui che lo ambienterei, senza ombra di dubbio. Fra l'altro, io e Michele abbiamo messo gli occhi anche su qualcos'altro, un nuovo sogno comune, chissà..





Vicoli che sfidavano la mia insofferenza ai luoghi troppo chiusi e stretti, serramenti e porte di rara fattura lignea e fontane (ovunque, fontane d'ogni misura e gusto!) narravano la storia di una terra traboccante di mistero e acqua, una acqua purissima, tanto è vero che non esistono bottigliette di naturale in vendita in paese, poiché si beve solo quella che sgorga dalla fonte.





La vecchia macina, Castelvecchio di Rocca Barbena





Non è mancato qualche istante di serenità e leggerezza, nel parchetto della Piazza delle Erbe..





Il Vecchio forno, Castelvecchio di Rocca Barbena(SV)












In questi piccoli borghi, le scope di saggina non mancano mai..




.. e neppure i gatti, con cui abbiamo chiaramente familiarizzato!


Castelvecchio di Rocca Barbena(SV)

Tra i luoghi che ho preferito del caratteristico Borgo della Strega savonese, c'è la Piazza della Torre. Sapevo che Albenga è chiamata “città delle torri” e questa, non molto distante dal capoluogo definito tra i più oscuri e mistici, assomigliava davvero a quella delle fiabe e leggende che mi abitano dentro.


Piazzza della Torre, Castelvecchio di Rocca Barbena(SV)

Piazza della Torre, Castelvecchio di Rocca Barbena(SV)

I fiori violetti di rosmarino, a ornare la bellezza della piazzetta, che ancora mi incanta e rapisce, riflesso di una magia innata e inspiegabile..

Ovunque, sia nel paese che lungo il tragitto per raggiungerlo, c'erano piante di rosmarino, ulivi e limoni. In Liguria era letteralmente scoppiata la primavera, tanto è vero che la temperatura media di 20°, tipicamente mediterranea, ha messo due piemontesi a dura prova.



Mentre recuperavamo il fiato di quella lunga passeggiata arzigogolata fra porte gotiche, fontane e vicoli stretti, a bordo del nostro amato fuoristrada, non ho potuto fare a meno di scrivere alcune parole sul taccuino, ripetendole ad alta voce e osservandole scintillarmi dentro: che il termine “ingauno” potesse avere un qualche legame etimologico con il gallico “Adgane”, il cui legame con le alpine Anguane è consentito dalla linguistica? Ovvero si è già supposta una ragionevole evoluzione della parola(3).“Ingàuno” è sostantivo dell’abitante nativo/a di Albenga. Il nome attuale arriva dal latino “Albíngaunum” che è identico ad Albium Ingaunum, ovvero città capoluogo sommato al genitivo plurale ligure in -um. L'etnonimo Ingauni è formato da ing, di origine indoeuropea, e auno, comune alla zona gallo-ligure. Quanto ad Albium deriverebbe da alb/alp, una antica radice preindoeuropea che sta per roccia, altura (spesso associata erroneamente all'albium latino che significa bianco o chiaro (4)). Da non dimenticare è il significato tedesco di “Alb”, sostantivo maschile che sta per “elfo”..

Al momento, non  me la sento di aggiungere altro, a un semplice gioco di termini avvenuto dentro di me, forse addirittura privo di qualsiasi fondamento. Se non altro, la presenza di entità pagane, tutrici delle acque e delle fonti, le quali a poco a poco sono state sostituite dalle Madonnine locali, non è frutto della mia immaginazione. Forse il resto, sì, per ora mi astengo dal proseguire una riflessione a dir poco scivolosa..

Curiosità di Viaggio. Neve, La più antica sepoltura a una neonata preistorica in Europa 
È sempre nell’entroterra savonese, precisamente a Erli, che è stata identificata la più antica sepoltura a una neonata preistorica in Europa, di età alla morte di circa quaranta giorni, che gli archeologi hanno dolcemente chiamato “Neve” (Fotografie e articolo qui). Trovata nella grotta di “Arma Veirana”, profonda una quarantina di metri, e di difficile accesso, ovvero nel luogo in cui si riparavano genitori e familiari della piccola che erano cacciatori-raccoglitori, la bambina era ornata di ciondoli ottenuti da conchiglie bivalvi, al cui corredo fu aggiunto un artiglio di gufo, trovato insieme agli scavi. Ciò potrebbe essere legato ad antichi culti delle acque che devono aver caratterizzato queste aree, d’altra parte, è la statua della Sirenetta di Savona – di cui ho parlato qui – a evidenziare il legame dei locali con antiche presenze acquatiche. 

Riflessioni di una Strega in Viaggio Spesso attratta dalle vicende di vita delle Streghe, ovvero da ciò che le ha caratterizzate, come si sono svolte e il modo in cui inevitabilmente i processi le hanno condotte alla morte, avevo dimenticato di quest’ultima, ovvero di quanto fosse la natura del loro proseguimento sotto la terra, a essere indicativa di ciò che sono state e hanno rappresentato per chi le ha condannate – solo ciò di cui si ha molta paura e si ritiene estremamente potente, si sceglie di allontanarlo al punto da volerlo morto, disintegrato sotto pesanti pietre, o con il volto soffocato nella terra, dove non può più esprimersi né tornare. Più che sulla vita delle Streghe, ultimamente, sono stata istintivamente chiamata a concentrarmi sulla morte, che cela, e dice, molto più di quanto sia stato detto dai vivi, sul loro conto. Già da un anno, circa, avevo raccolto dati e ricerche in merito alle sepolture anomale, incontrando figure liminari come i vampiri (presunti), le cui vicende – non esattamente processuali – rivelano tratti nascosti anche della Strega, non fosse per alcune sostanziali differenze che non possono essere ignorate, di cui sto scrivendo per gettare piccole luci e magari rivelazioni che, per il momento, proteggo nel mio intimo se non per brevi cenni.

Albenga, Lungomare Cristoforo Colombo




Isola Gallinara, Albenga(SV)

Fantasticando sull'andare a nuoto fino all'Isola, immaginandola come una Mako Mermaids nostrana, ho lasciato, come sempre, una parte di anima al mare, che mi ha donato una meravigliosa pietra rosa brillante,  forse un quarzo.

Altre fotografie scattate nel centro storico di Albenga



Bibliografia e Sitografia

(1)Le Stregoneria in Liguria. Storia, leggenda, folklore, Giovanni Borrello, 2020, pp. 84-85 
(2) Albenga, Gli Scheletri risalgono alla Caccia alle Streghe, articolo di Federica Pelosi per La Stampa, 2015
(3) Tracce Celtiche. Curiose, misteriose ed inquietanti, Marco Fulvio Barozzi, Edizioni della Terra di Mezzo, Ed. 2014, p. 127
(4) Www.Treccani.it

Nota

Questo è solo l'inizio, di un cammino personale che ho intenzione di proseguire in profondità, in tutta calma. Il testo, dove nella esperienza di viaggio sono stati raccolti volutamente solo brevi cenni sui casi di Stregoneria nel Savonese, è propedeutico alle ricerche più approfondite in atto che saranno pubblicate nel portale di ricerca Strega in Rosa e non vuole in alcun modo ritenersi esaustivo né completo.

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