Al Pianel dal Strii di Fobello, tra Orme Selvagge e Consapevolezze Adrenaliniche
Dicembre è ormai giunto e, come sempre, quando molte strade si aprono e altrettante rotte vengono varcate contemporaneamente, sento la necessità di uno spazio di diario totalmente libero, dove lasciar scorrere i pensieri – rigorosamente accompagnata da una tazza di caffè (qualità 100% arabica o niente!). Questo è il mio modo di riordinarli, il mio mezzo per portarli alla consapevolezza e comprenderli.
Questo testo è il proseguimento del precedente Quaderno di Rotta del 26 novembre 2024, intitolato Fobello Stregata Tra Stalattiti e Magici Sgocciolii, dove ci sono le informazioni introduttive utili a comprendere ciò che verrà proposto qui..
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Riflessioni di una Strega in Viaggio Gli ultimi mesi, nei quali non mi sono concessa quasi mai
una parola, sono stati un vero toccasana per me; ho imparato che molto di ciò
che viene “scoperto” in realtà non è nulla di ché – o lo si sapeva già, o non
valeva la pena, dopotutto – e che troppo di ciò che viene detto, diffuso,
è superfluo e talvolta qualche ispirazione è meglio perderla che trovarla,
lasciarla andare piuttosto che trattenerla a tutti i costi.
Nel permettere alle molte “immagini” che scorrono dentro di
dissolversi, spesso e volentieri, si lascia posto a un quadro più chiaro, vero
e autentico, l’unico che serve per proseguire sulla rotta che è propria.
Durante le ultime visite adrenaliniche in Valsesia, in particolare nella Val Mastallone, ovvero quella presentata qui (alla quale seguiranno presto altre pagine di diario su luoghi visti nello stesso fine settimana); ho compreso l’importanza di ignorare i cori attorno, soprattutto nei momenti di maggiore pericolo, dove è solo la voce dentro a guidare e salvarci: “Non importa quanto tu sia amata e protetta dal tuo compagno di viaggio, adesso; presto o tardi è a me che tornerai e in quel passaggio sarai inevitabilmente sola” – questa, una delle consapevolezze osservate dentro, mentre un fioco raggio di sole squarciava la bruma davanti allo sguardo e il rischio di scivolare sul ghiaccio, a circa 1000 metri di altezza, in caduta libera fino a valle, mi stava per pietrificare dalla paura.
La voce di Michele, poco dietro di me, che gridava: “Ferma, resta lì che vengo a tenerti la mano”, diventava sempre più lontana e confusa. In quel momento, “sordo”, ho compreso che soltanto da sola avrei potuto superare il disagio e trovare l’equilibrio e l’intuito per appoggiare i piedi nei punti giusti, gli unici dove ancorarmi poiché la neve era ancora fresca, oppure dove il suolo era un po’ più secco e asciutto. Ogni tratto voleva un movimento diverso, ogni passo una differente andatura e velocità: non c’erano regole che si sarebbero potute seguire per “farlo bene”, bisognava soltanto farlo e sperare di non cadere, oppure restare immobili come blocchi di ghiaccio e rinunciare al viaggio, valutando però tutti i rischi, forse con conseguenze peggiori, di voltarsi e fare marcia indietro, proprio in quel punto che era il più vertiginoso e potenzialmente letale (almeno per chi soffre di vertigini e non è una escursionista esperta).
Le staccionate, percorrendo le tracce delle streghe della leggenda, tra la frazione Cervatto di Fobello e Torno (un minuscolo paesino disabitato a cui si giunge solo dal fitto del bosco, con una camminata di quaranta minuti circa) erano presenti in rarissimi tratti di percorrenza; perlopiù si stava in fila indiana su sentieri molto stretti che non ammettevano la minima perdita di equilibrio o sbilanciamento.
Riflessioni di una Strega in Viaggio Quanto poco importanti sono sembrate, certe situazioni di vita passata.
E quanto, invece, la fiducia nei passi e nella propria
direzione, poteva cambiare il proprio destino definitivamente, questa volta.
Nessuno, più, avrebbe potuto dirmi dove stare in equilibrio e come starci, e l’ho capito
quando il passo giusto, in certi tratti di percorrenza, era anche quello che
sembrava più sbagliato e deleterio: ciò che contava era restare vive, quello
soltanto!
“Mamma, grazie per tutte le preghiere rivolte al “tuo dio” che fai per me, sono sicura di averne esaurito il potere con questa gita (ti conviene ricominciare a farne, poiché ci vorrà un bel po’ prima di riaccumulare la grande forza che nel tempo avevano conservato queste)”, ho detto sorridendo a mia madre, al telefono, quando il peggio era passato e sia io che Michele ci trovavamo al sicuro, a rifocillarci in località Rassa, nella graziosa Locanda delle Alpi.
Riflessioni di una Strega in Viaggio Quel dio e la “mia”, di dea, in quel momento di terrore erano la stessa cosa: nella preghiera sincera e spinta dal panico motivato, svaniscono i volti e i nomi e resta un cuore acceso, un punto luce che vuole preservarsi e amare, amare ancora.
Niente meno, le impronte che avevamo avvistato giù a Valle, che nella mia fantasia avrebbero tranquillamente potuto essere quelle di un orso o di un altro animale molto grande, non aiutavano a mantenere la calma, considerata l’urgenza che sentivo a ritornare al nido, quasi durante tutto il percorso. D'altronde, nella bassa Valsesia, nella zona del Monte Fenera (di cui vi parlerò un po' più avanti), in passato aveva abitato il preistorico orso delle caverne: la sua eco magica, è evidente, non è scomparsa, nonostante l'animale abbia abbandonato la Valsesia precedentemente al primo decennio dell'Ottocento. Ad aver ripopolato l'area, è stato tuttavia il lupo..
Memorie di Viaggio “Seduta al centro, ho atteso che la scia luminosa, che fluttuava a mezz'aria, nel buio all'ombra dei faggi, si avvicinasse, superando alcune paure molto radicate, sì, ma con la promessa, sempre viva, di un nuovo volto da custodire”.
(Per conoscere le leggende intorno ai raduni delle Streghe Medioevali di Fobello in questo pianoro, è sufficiente seguire il link: La Medica di Fobello e Altre Streghe e Sortilegi in Valsesia)
Seguono altri scatti del bosco intorno, confusi e in disordine: ciò è fatto volutamente per velare la meta che, nel corso del tempo, si è conservata parzialmente sconosciuta e misteriosa se non per pochissime donne locali..
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Bussola di Viaggio Il pianoro, si trova lungo i sentieri che da Cervatto (pochissimi minuti salendo da Fobello) portano alla frazione Torno, nel bosco oltre il torrente dietro il cimitero di Fobello, dove i faggi sono più alti e ombrosi e all'imbrunire si odono le campane dell'Ave Maria.. Lo strettissimo sentiero è difficilmente visibile ai passanti e la località non è riconosciuta né tracciata, solo un forte intuito può guidare verso di essa, oppure non farlo mai..
Arrivederci, Fobello!
Alla prossima tappa, ancora da scrivere..
Taccuino di Viaggio Dove mi trovo la neve è ancora fresca, un po' irrigidita, ma brilla nella notte, bianca e zuccherina; sono nell'anima e lì resto, mentre a malincuore lascio alle spalle il fitto faggeto che custodisce il Pianoro delle Streghe di Fobello.
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Bibliografia di Riferimento
Valsesia Magica e Misteriosa, Roberto Gremmo, Botalla Editore pp. 68-70 (prima edizione 2020)
Diritti
Testo e fotografie di Claudia Simone vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso scritto dell'autrice e senza citare la fonte.
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