La Sirena Bicaudata di Biandrate. Terra di Chimere e Dolcezza
mio riverbero prezioso e indocile,
mio segreto, stupore del non accaduto,
per colmare il taglio, da quel mondo al mio”.
Recentemente, con la scusa di una commissione che mio marito doveva fare poco lontano dalla sua sede lavorativa, ci siamo soffermati qualche istante a respirare l’aria di un luogo antico, che avevamo sempre avuto sotto il naso, senza riconoscerne la magia. È stato “un amico”, incontrato poco tempo prima, appassionato di arte romanica nel Monferrato, a metterci la pulce nell’orecchio, e alla fine l’abbiamo ascoltata...
“Biandrate”,
un nome che cela dolcezza e storie dimenticate. Le sue radici, affondano tra i
Celti e lì, ancora oggi, sotto la terra, riposano cocci e frammenti di un
passato che canta timidamente…
Il nome proviene dalla forma latina “Blandiratem”, basato sul nome personale gallico latinizzato “Blandirus”,
che contiene la radice blando- con il significato di “dolce”. Il suffisso -ate indica altresì una origine celtica, confermata dai ritrovamenti di tipo golasecchiano.
Anche se nel
tempo il nome è andato modificandosi, ha conservato la sua anima gentile, fino
all’attuale suono.
Biandrate è detta “Terra di Chimere” – lo si legge subito,
incontrando la rotonda d’ingresso al paese – non a caso. È stata la penna di Sebastiano Vassalli a evocare questo titolo, il quale, nel 1990 scrisse “La Chimera”,
un romanzo ambientato tra le campagne nostrane del 1600, sospeso tra realtà e arte
stregonica locale. Il termine, al di là della creatura mitologica, nel contesto si riferisce, con tutta probabilità, al Monte Rosa, chimerica visione che lo scrittore amava ammirare in solitudine, dalla cascina dove soggiornava. Io non l’ho letto (rimedierò, appena ultimerò le letture in corso) ma dovrebbe narrare di Antonia, una
ragazza orfana, accusata di stregoneria sotto al vescovato del Bascapé – del quale ho avuto “l’onore” di vedere un ritratto ai Musei della Canonica del Duomo di Novara, proprio dopo
aver scritto la mia ricerca sulle Streghe di Croveo (molte delle quali furono prigioniere a Novara) profondamente segnata dal suo mandato... La povera Antonia, finita sul rogo; come tante, venne accusata di unirsi al famigerato demonio, il quale, però, come spesso si sa che accadeva, era solo una copertura per un amante, un uomo, ma lei dovette confessare il contrario, oltre a subire violenze e torture inaudite. Questo
riflette il clima della caccia alle streghe novaresi del tempo, anche se le morti, di fatto, avvenivano più per malattia e per l'attesa infinita dei processi nelle fredde prigioni... Ad oggi, mi sono occupata più
delle streghe di montagna e delle nostre valli misteriose, forse trascurando le “cugine” più vicine. Raccolgo questa riflessione e cercherò di comprendere dove voglia condurmi; del
resto, è nell’anno d’uscita del romanzo, che sono nata: senz’altro è un caso,
ma la cosa mi incuriosisce... Frattanto, sono abbastanza certa che più che aver dato origine
a quel titolo evocativo di Biandrate, il racconto abbia estratto una coscienza radicata nei locali che ha origini ben più antiche, nell'epoca pagana in cui l'abitato nasce.
Luogo di Streghe, Conti, spiriti antichi e verità
sepolte, una terra che, come tante altre, cela un mistero sotto ogni pietra, e
il vento sussurra racconti che solo chi ascolta autenticamente può sentire...
Nel cuore del paese, si erge il motivo della mia visita: la Chiesa di San Colombano, una soglia che separa o unisce mondi, tempio sospeso. San Colombano, fu in effetti un monaco irlandese del VI secolo, portatore di fede in tutta Europa, probabilmente legato ad antiche divinità celtiche connesse alle acque, e al viaggio: nulla di più chiaro, se ricordiamo le origini più antiche della Sirena – in quanto stella guida dei marinai egizi e cananei – che “casualmente” figura in concomitanza con la Chiesa del Santo.
Quando sono arrivata, le sue porte erano chiuse – non sempre le chiavi vengono consegnate e, dirò di più, a volte non servono e non attraggono, perché ciò a cui l’anima ci ha guidate è già davanti agli occhi. Ciò che volevo vedere era lì, dove finisce il portico e incomincia l’incanto: una creatura leggendaria scolpita nel tempo, la formella in cotto con la mia amata sirena bicaudata. A volte, ascoltando la pronuncia della parola, “bi-caudata”, di parola ne incontro un’altra, è il mio segreto, dolce come Biandrate. Questa e altre formelle raffiguranti alcuni esseri immaginifici (che non ho fotografato per via di una personale fobia nei confronti di un particolare animale) dovrebbero risalire all’epoca romanica ed essere parte del nucleo più antico della chiesa, che in seguito avrebbe subito alcune modifiche e restauri.
Punti Luce sulla Rotta. Le Sirene
Per quante ne abbia incontrate, studiate e amate, ogni volta
l’esperienza è nuova e una vergine luce si accende all’altare dell’Antro dell’anima:
le code che puntano al cielo, antenne per le costellazioni; sguardo sereno,
e un silenzio d’abisso che invoca pace e ritiro. Le sirene mi seducono ogni
volta e, rispecchiandomi nei loro volti e tendenze, so di sedurre e farmi un po’
più simile a loro anch’io. Sono le mie custodi, angeli che non hanno
meritato di entrare nella schiera eletta e hanno trovato i loro modi per
ritornare al volo, alla Via Lattea da cui provengono…
È incredibile che il messaggio di queste formelle sia
rimasto intatto nel tempo, senza essere violato. Eppure, sono lì, alla luce del
sole, dove del resto vive il loro canto, la loro magia meridiana.
Invece, del castello dei Signori di Biandrate del XI sec., fatto con ciottoli di fiume e mattoni, purtroppo non sono rimasti che ruderi...
Il mio Album fotografico
“I soli stanno soli e fanno luce”, recita una scritta, sulla porta d'ingresso della Cascina Marangana di Biandrate, rifugio letterario di Sebastiano Vassalli. Per scrivere, non cercò altro che questo: la solitudine, il silenzio, la propria luce e i riverberi della campagna novarese, la stessa dove, per ora, risuona il canto della mia umilissima penna. Speriamo che, almeno un po’, questo le porti fortuna...
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Sitografia e Bibliografia
www.comune.biandrate.no.it
Wikipedia - La Chimera - Sebastiano Vassalli
www.comune.biandrate.no.it - La Chiesa parrocchiale di San Colombano
archeocarta.org - La Chiesa di San Colombano a Biandrate
www.cittaecattedrali.it
Lo scrittore eremita fra le risaie novaresi: “Il silenzio era il suo paradiso” - Elisabetta Fagnola - La Stampa
Nota
Per approfondire è possibile accedere alla sezione intitolata La Via delle Sirene, all'interno delle Vie di Ricerca de L'Antro di Luce (Dal 2018, Ricerche di Claudia Lucina Simone) oppure seguire l'Etichetta di Viaggio Sirene e Profondità.
Diritti
Testo e fotografia di Claudia Lucina Simone. Tutti i Diritti Riservati
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