
“Sirmione, quasi isola, gemma delle penisole e delle isole, tutte quelle che Nettuno possiede nei placidi laghi e nel vasto mare, con quanta gioia e letizia ti rivedo.
Oh, che cosa è più beata del liberarsi dalle preoccupazioni, quando l’animo depone il fardello, e noi, stanchi per la fatica del viaggio, torniamo alla nostra casa e ci stendiamo sul letto tanto desiderato?
Questo è il premio unico per tante fatiche.
Salve, o graziosa Sirmione, e voi, onde lidie del lago, rallegratevi con me!...”. Estratto da Catullo, Carmina, Carme 31, Il Libro delle Poesie, Testo latino a fronte, a cura di Nicola Gardini, Feltrinelli 2014
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Sirmione
Sirmione – che fino al 1930 si chiamava “Sermione”, dal latino “Sirmio”, -onis di origine preromana – era abitata già in epoca romana; nel Medioevo fu feudo longobardo, poi veronese e veneziano. Sita in provincia di Brescia, attualmente possiede 3.867 abitanti. Famosa per le sue terme grazie alla fonte Bojola, scoperta nel XIX sec., è una meta tanto amata del litorale gardesano, ma purtroppo ultimamente è stata colpita da un inenarrabile sovraffollamento turistico, tanto è vero che la visita, se compiuta nel fine settimana o in generale nei periodi più ambiti, potrebbe risultare davvero asfissiante per chi, come me e mio marito, ama viaggiare in solitudine e tranquillità e non è abituata/o alla baraonda di turisti chiassosi e sicuramente mossi da obiettivi di viaggio un tantino “diversi” dai nostri...
Il Castello Scaligero
Il complesso castellano, rarissimo esempio di fortificazione lacustre, meravigliosamente circondato dalle acque color giada del Lago di Garda, è stato edificato a partire dal
1277 da Mastino I della Scala, ovvero dagli Scaligeri di Verona allo scopo di fortezza militare, a seguito divenuto deposito di armi e rifugio, infine sede comunale. La tipologia architettonica è analoga ai
coevi fortilizi scaligeri del territorio veronese, tipicamente dotati dei bellissimi merli ghibellini a coda di rondine e costruiti con la tecnica muraria delle cortine
realizzata in pietra e ciottoli di fiume intervallati da due fasce orizzontali
di corsi di mattoni. Situata
in posizione strategica all'ingresso del borgo medievale, in corrispondenza del massimo
restringimento della penisola, completamente circondata da un fossato, la rocca
si attesta come un articolato baluardo con due ponti levatoi. L'elemento di rilievo è la darsena fortificata, caratteristica rara in Italia; è preceduta
da un piccolo cortile e difesa da due torri dotate di
camminamenti. Nel 1976, con l’avvio del Ministero per Beni Culturali, la rocca viene amministrata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia, Cremona e Mantova.
Il castello, come quasi ogni costruzione medievale che si rammenti, cela un segreto tra le sue mura brulicanti di amori perduti e memorie sanguinose...
Leggende di Viaggio. La triste Leggenda della bella Arice
Si narra che in un tempo antico, due sposi felicemente innamorati, Ebengardo e Arice, abitassero nel castello. Durante una notte tempestosa, detto cavaliere “Elaberto del Feltrino” fu accolto nella loro casa forse perché cercava un riparo per la notte. L'uomo si sarebbe innamorato della fanciulla Arice e dopo aver cercato invano di possederla con la violenza, non gestì il rifiuto e le tolse la vita. L'amato Ebengardo, incapace di accettare l'accaduto, si vendicò, uccise il meschino con un'arma e morì poco dopo nel suo stesso dolore. La tradizione vuole che il fantasma dell'uomo o di entrambi gli innamorati aleggino ancora fra le mura del castello. Difficile dire se sia vero, ma facile immaginare che nel contesto del tempo gli abusi ai danni delle donne fossero all'ordine del giorno, come del resto lo sono tutt'oggi; qualcosa di talmente connaturato nella nostra cultura patriarcale su cui non si dovrebbe smettere di riflettere.
Il mio Album fotografico
Arrivo a Sirmione, l'acqua di giada e il fascino delle barche approdate al molo.
Avevo nostalgia degli ambienti acquatici, ma non sapevo che la meta scelta sarebbe risultata così impegnativa (abbiamo camminato a piedi, al seguito della frotta di turisti imbufaliti, per circa otto ore, ancora reduci, fra l'altro, dal lungo percorso valsesiano alla ricerca del Pé dla Stria di Fobello che avevamo svolto il giorno prima...).
Il pelo dell'acqua illudeva lo sguardo d'avere la consistenza di un quarzo, spigoloso e cristallino, del colore della pietra di giada. Un rifugio per l'anima, la quale a Sirmione si rispecchia nelle sue stesse acque, mosse e quiete al contempo...
Non sono mancati gli incontri con la fauna locale, una gioia che accompagna ogni viaggio alla ricerca del volto animale che abita dentro.
Curiosità di Viaggio Sirmione è situata su una penisola che si estende per circa quattro chilometri nel Lago di Garda, dividendo la sponda meridionale in due parti. Nel 2023, tutti i sessantacinque punti monitorati da Arpav nel Lago di Garda sono risultati “eccellenti” per la balneazione e ciò è rimasto immutato fin dal 2016. Un risultato che, nonostante l'aggressione turistica, promette una bellezza a lungo termine.
Come sempre, mi sono persa a fantasticare sulle barche, osservandone ogni minimo dettaglio con attenzione e concedendomi spazi di virginea l'immaginazione. Chissà dove voleva condurmi...
Scatti del Castello Scaligero (1277)
Il Castello era di una bellezza disarmante, quanto lo sono le leggende che lo riguardano.
La splendida darsena
Quello che abbiamo soprannominato “il pesce volante” – risate.
Sono rimasta a lungo, ad ammirare la fiaba vivente che a Sirmione trascina in un mondo altro, cercando di non lasciarmi intimorire dal caos dilagante. Ognuno/a di loro aveva il diritto, quanto me, di fermarsi a respirare l'antico che il Castello emanava, dovevo sopportare e respirare, solo così io e mio marito non avremmo perduto l'occasione del dono gardesano.
Punti Luce sulla Rotta. Le Postierle d'Acqua
Tra i regali più preziosi di Sirmione, le postierle d'acqua che con tutta probabilità nel contesto avevano scopo di monitoraggio o difensivo. L'anima sgattaiolava, serpentina, attraverso quelle piccole porte, scomparendo alla vista per fondersi completamente con la sua metà acquatica. Vivere sull'acqua, come accadeva per molti abitati preistorici dei laghi alpini, oggi sommersi o inglobati dalle torbiere; una reminiscenza che dentro sento viva, memoria di un passato dimenticato, forse vissuto sulla pelle.
Che dire, lui stava lì e non aveva alcuna intenzione di traslocare...
Sulla piccola spiaggia del Castello
Superato l'attraversamento all'interno del Castello, era possibile avvicinarsi direttamente alla riva del lago da un anfratto seminascosto. Le onde sbattevano fragorose contro le mura ai piedi della rocca, incanto visivo e acustico.
Ispirazione tra le Vie di Sirmione
Dalle piccole botteghe che si susseguivano nel centro di Sirmione, abbiamo portato a casa qualche souvenir e un oggetto visibile tra queste fotografie, ma, shhh, è un segreto...!
Il Giardino Grazia Deledda, scrittrice italiana
(1871 - 1936)
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Le Grotte di Catullo
Le Grotte di Catullo – così impropriamente chiamate – sono i resti di una villa romana situata all’estremità della penisola di
Sirmione, sul Lago di Garda, raggiungibile proseguendo la rotta dal Castello
Scaligero fino alla fine del tratto peninsulare. Costruita tra il terminare del I sec. a.C.
e il I sec. d.C., è una delle più grandi ville romane site nel Settentrione. Nel
Quattrocento, quando i viaggiatori scambiarono le rovine coperte di vegetazione
per grotte naturali, assunse l’attuale nomenclatura. Del resto, il poeta romano
di origine veronese Gaio Valerio Catullo (84 – 54 a.C.) al quale si dice
appartenesse – soprattutto perché tra alcune delle sue “poesiole” celebra la
bella Sirmione – ha vissuto ed è morto prima che la Villa fosse costruita.
Leggende di Viaggio. Il Fantasma di Lesbia
A
cavallo fra realtà e leggenda, è anche la credenza popolare secondo la quale il fantasma di “Lesbia” – così l’annoverato fra i “neòteroi” (poeti nuovi)
soprannominò Clodia, la sua metà fra amore e odio, in onore della famigerata
Saffo, originaria dell’isola di Lesbo – si aggirerebbe attorno al castello, nella
forma di uno spirito acquatico, presumibilmente alla ricerca di un amore che, in verità, in
vita ebbe ampiamente rifiutato se non per sporadiche unioni che la gentile donna romana non considerava
vincolanti…
Secondo la narrazione popolare del basso Garda, la fantasma apparirebbe con una fluttuante veste bianca durante i pleniluni, condannata a
vagare in eterno tra le mura della villa… Pare che incontrarla susciti una malinconia trascinante. O, forse, sono proprio certe
sensazioni, affini a certi luoghi e alle loro entità invisibili, a renderci “disponibili” a certe visioni, che possono svelarsi solo a un’anima in risonanza con loro...
Bisogna sottolineare che Catullo non ha mai citato Sirmione e
Lesbia all’interno di versi collegati tra loro, ma sono molti i componimenti del
Liber Catulli (manoscritto medievale riemerso nel XIV secolo) dove la donna figura, soprattutto nel carme 72 e 85, in cui emergono emozioni di gelosia, dolore,
disillusione. Che le leggende attorno alle “grotte” e quelle legate alla
tragedia del Castello siano, in realtà, frutto di una trasposizione che nel
tempo le ha viste fondersi in una narrazione affine? In tutti i racconti del passato del castello, emergono i pericolosi sentimenti di
un maschile tossico, a scapito di un femminile tenace, che lotta per la propria
libertà.
Alcuni storici suggeriscono che Clodia, o Lesbia, fosse talmente odiata dai suoi contemporanei che la sua morte divenne un mistero avvolto in storie oscure...
Leggenda di Viaggio. Le Lacrime di Quinzia
Un'altra leggenda, narra delle lacrime della fanciulla “Quinzia” – appartenente a una delle più antiche gens romane, citata nel carme 86 di Catullo – che per l'amore non corrisposto del poeta, il quale avrebbe preferito Lesbia, ritenuta di una bellezza platonica, superiore alla sola materia, pianse la morte del poeta fino a formare sul fondale del lago un mosaico col suo volto. Si dice che nell'Ottocento i giovani innamorati uscivano ancora in barca, nelle notti di luna piena, alla ricerca del mitico mosaico...
Un ultimo sguardo al Castello
Infine, un ultimo sguardo sull'incanto, “Chissà chi vive, sogna, ama, oltre quello scuro nella torre…” – frutto di una fantasia infantile, probabilmente, ma, per me, quella era la
finestra di Rapunzel. Se volete conoscere la sua storia e approfondirne le origini, è
disponibile la mia ricerca qui. A breve, il testo riceverà un ampliamento...
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Nota
Gli interni del castello sono visitabili tutti i giorni, a pagamento, dalle 09:30 alle 18:30. Purtroppo a causa del traffico della domenica io e mio marito non abbiamo fatto in tempo a entrare, dato che la domenica chiude alle 12:30. Forse, ritorneremo per approfondire...
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