“La notte è lunga e in una notte possono accadere molte
cose buone”, disse Bonivardo dei Bonivardi alla moglie, Caterina Bonivarda,
imprigionata dalla badessa Margherita di Manton fra le mura del Monastero femminile di Rifreddo. L'uomo, sembrava temere più la badessa che l'inquisitore, attivo a Rifreddo(CN) negli ultimi tre mesi del 1495, Frate Vito dei Beggiami.

Rovine del Monastero Cistercense femminile di Santa Maria della Stella, Rifreddo di Saluzzo(CN) - PIEMONTE
Cio si apprende, fra le altre informazioni, dai fascicoli processuali che documentano la vicenda delle masche di Rifreddo e Gambasca del 1495, contenuti nel faldone 58 dell'Archivio storico del comune di Rifreddo. Altre informazioni utili alla esemplare ricostruzione dei fatti operata da Grado Giovanni Merlo, professore emerito di Storia del cristianesimo presso l'Università di Milano, sono invece note grazie al volume dei Consignamenta nova del 1483, ossia il Volume de' consegnamenti fatti verso il Monastero di Santa Maria di Rifreddo dalli particolari possidenti beni enfiteotici nelle fini di Rifreddo, Gambasca e Sanfront.
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Quale strano volere della fortuna, inghiotte il sole e incupisce il cielo, proprio quando io e il mio compagno di viaggio decidiamo di incamminarci sulla ennesima rotta stregata?
La sensazione è che una provvidenziale foschia avvolga e protegga i nostri passi i quali, come dentro a un cerchio magico che bandisce fuori il resto, si muovono liberi, silenziosi, nascosti..
Giungendo a Rifreddo, l'impressione iniziale è stata quella di essere seguiti e accolti da una mano bianca salita dalla terra, che apriva e chiudeva a noi sentieri, a seconda della direzione, sicura e agevole nonostante il tempo avverso.
Il fatto che non vi fosse letteralmente anima viva sul sentiero ci ha rallegrati, permettendoci anche, in segreto, di omaggiare fin da subito con un dono la Terra di Masche che, di lì a poco, ci avrebbe inghiottiti nella sua incredibile suggestione.
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Certi della meta, sulla quale mi ero preparata, siamo andati diretti al primo punto, ovvero i resti del Monastero Cistercense Femminile di Santa Maria della Stella, rispettivamente nella bassa Valle Po, in Rifreddo, una località di 1043 abitanti della provincia di Cuneo ai piedi del Monviso. Il caratteristico nome deriva dal Rio Freddo, il fiume freddo che sgorga dal Monte Bracco o Mombracco (Alpi Cozie), niente meno che conosciuto come “la montagna di Leonardo” poiché il genio rinascimentale vi passò nel 1511 e rese nota la Quarzite, una micace, pietra simbolo del Monte, da cui si diede vita alla estrazione..
Il Monastero Cistercense Femminile di Santa Maria della Stella. Cenni Storici di Aldo Molinengo
Il Monastero di Santa Maria della Stella di Rifreddo fu teatro dei numerosi e ripetuti processi alle Masche. Fu fondato agli inizi del Duecento sotto diretta giurisdizione papale da Agnese di Saluzzo, figlia di Manfredi II, Marchese di Saluzzo, che, rimasta vedova, decise di darsi alla vita spirituale. Il Monastero, era un istituzione religiosa femminile, cioè costituita da sole monache, appartenente dapprima alla regola benedettina e poi a quella cistercense, come già altre presenti nel cuneese a Dronero e a Pogliola. Divenne uno dei più ricchi e potenti della zona. Possedeva l'intero territorio di Rifreddo e Gambasca e il diritto alle decime su tutta la valle Po, nonché altri territori posti all'esterno della valle.
Il Monastero decadde nel corso del XV secolo e, nel 1592, fu trasferito a Saluzzo. La facciata della chiesa, conservata nella parte inferiore, è di impianto romanico, con archetti ciechi e resti del portale a tutto sesto, con conci di pietra alternati a mattoni, e del rosone circolare. Sopravvive inoltre parte dell'antico presbiterio della chiesa, a pianta rettangolare, originariamente coperto da volta a botte e aperto da due finestre simmetriche.
Dell'antico convento rimangono oggi pochi tratti di mura..
La sua influenza si estendeva con estrema fermezza, addirittura arroganza, come testimoniano le frequenti controversie, su tutti i paesi vicini, primo fra tutti quello di Gambasca situato esattamente sul lato orografico opposto a quello di Rifreddo, ma anche in pianura, attraverso possedimenti di terre a Racconigi e Scarnafigi. L'annessione al Convento di S. Ilario, a Revello, rafforzò ulteriormente il potere del Monastero che, nell'area circostante, aveva
collegamenti con gli importanti insediamenti religiosi della zona, l'Abbazia di Staffarda e la Certosa di Monbracco. La morale dubbia che serpeggiava tra le religiose, perse notevolmente il suo prestigio, tantoché nel 1592 le monache si trasferirono a Saluzzo, su ordine del Vescovo, come conseguenza delle deliberazioni del Concilio di Trento.
La loro ultima sede saluzzese fu la secentesca Chiesa di Santa Maria della Stella, detta Crociata Rossa, posta poco sotto il contemporaneo complesso religioso del Gesuiti, quest'ultimo, oggi, in prevalenza occupato dal Municipio. Dalla piazzetta antistante alla Chiesa prende inizio la breve Via Rifreddo, a ricordo dell' antico Monastero che vide la sua fine con l'era della dominazione francese in Italia. Nei primi anni dell'Ottocento, infatti, Napoleone, con l'emanazione del decreto del 1802, che prevedeva la soppressione di tutti gli ordini religiosi, cancellò anche questa secolare istituzione.
Purtroppo, oggi, i pochi resti del Monastero non chiariscono a fondo quale potesse essere la sua pianta originaria. La parte meglio conservata è quella della Chiesa, della quale sono rimasti la facciata ed il lato perimetrale a nord, che rivelano chiaramente le antiche linee architettoniche richiamanti lo stile di altre Chiese coeve del Monferrato, non a caso edificate
nelle terre dei Marchesi del Vasto, l'antica stirpe che, attraverso un ramo laterale, diede origine a quella dei Marchesĩ di Saluzzo. Si può pensare che l'edificio fosse costituito da una navata unıca, lunga circa 22 metri, mentre l'esistenza sul lato est di uno spazio rettangolare rimanderebbe ad una probabile abside. Nel tempo la costruzione fu ampiamente rimaneggiata, passando anche in mano a privati, che attualmente, ne detengono la
proprietà principale. L'Amministrazione comunale di Rifreddo si è fatta carico, recentemente, di acquisirne una parte per provvedere al restauro.
Seguono le fotografie delle rovine.






Leggenda di Viaggio. La Visione della Stella Il nome di Santa Maria della Stella, secondo un' antica leggenda, deriverebbe dal fatto che la Madonna sarebbe apparsa ad Agnese in località Devesio, sullo spartiacque tra il comune di Sanfront e quello di Rifreddo, dove attualmente si trova un antico Santuario mariano, la Cappella del Devesio, presentandosi sotto forma di stella e inducendola a erigere il Monastero. Per la sua fondazione Agnese fu agevolata dal padre, che vide favorevolmente l'idea di spingere una emanazione del Marchesato, sia pure religiosa, in una valle che sfociava
direttamente su Saluzzo dove già iniziava ad orientare alcuni controlli attraverso il paese di Revello..
Osservando la conformazione dei resti del Monastero, complice la bella edera, sono stata colta da una suggestione, notando le piccole fessure qua e là, rievocative di un motivo emerso dall’interrogatorio a Giovanna Motossa, una delle nove presunte Masche appartenenti alla secta mascharum, circa la capacità delle entità demoniache che la assistevano, di passare attraverso piccole fessure, facendo riemergere, anche sulla base delle mie riflessioni scritte negli articoli precedenti, il tema delle porte, degli attraversamenti segreti ritenuti ad appannaggio delle Streghe che richiamano le benevole dee preesistenti a cui era attribuito il potere di vegliare e camminare fra più mondi i quali, talvolta, potrebbero aver donato a poche fortunate una traccia fisica delle loro serrature non fisiche...

Fu proprio nei luoghi racchiusi da queste poche immagini che, negli ultimi tre mesi dell'anno 1495, si svolsero i provvedimenti inquisitoriali ai danni di nove donne di Rifreddo e Gambasca, tutti drammaticamente finiti con la condanna al braccio secolare per crimini di eresia,
apostasia della fede ovvero mascarie. Alle presunte streghe spettava infatti la pena di morte, dato che
le leggi imperiali erano ancora quelle emanate dall’imperatore Federico II nei
primi decenni del XIII secolo, che prevedevano la relativa esecuzione capitale da parte dei detentori del potere civile.
Approfondimenti di Viaggio. Le Masche di Rifreddo Caterina Bonivarda e Margherita Giordana di Rifreddo, con
tutta probabilità, sono state consegnate al braccio secolare, ma i fascicoli (frammentari) non lasciano ben intendere come e quando morirono.
Caterina Borrella, detta Forneria poiché gestiva da sola il forno di Gambasca e Giovanna
Motossa di Rifreddo restano anch’esse “senza un finale definito”.
Giovanna Cometta, Caterina Bianchetta detta Catogia,
Giovannina Giordana, Giovanna della Santa e Romea dei Sobrani vennero
sicuramente sottoposte a processo, ma non si sa nulla delle dichiarazioni
conclusive.
L'unica certezza è che tutte vennero imprigionate e ripetutamente torturate e interrogate in un clima di violenza. L’esecuzione finale, se avvenuta – storiche e storici credono che lo sia! – sarebbe spettata a Margherita di Manton,
badessa del Monastero Cistercense femminile di Santa Maria della Stella, ma non è
documentata...
D'altra parte, forse nel tentativo di trasformare l'omicidio preterintenzionale da parte della presunta masca, Giovanna Motossa, ai danni della inserviente diciottene della badessa Margherita, Maria, in un crimine religioso e a sfondo stregonesco, il delirio psicologico ed emotivo del villaggio quattrocentesco del cuneese esercitò pressioni inimmaginabili sulle donne, le quali spesso erano ritenute moleste e quindi malefiche dai loro compaesani, solo per aver provato a rubare delle erbe (come nel caso della Motossa, che probabilmente si vendicò su Maria, la protetta della badessa, percuotendola nel sonno, per aver denunciato un suo tentativo di furto nell'orto del Monastero) o per aver minacciato qualcuno solo per ottenere un pollo intero con cui sfamare la famiglia. Lo spettro della povertà avanzava in otto casi su nove, tra le indagate, e non è difficile comprendere il clima di dissenso e paura venuto a crearsi da quando il Monastero deteneva potere sulle tasche di tutte e tutti e lo esercitava senza ritegno né umanità.

Ho immaginato i luoghi dove potrebbero essere fuggite, forse solo nella mia fantasia, attraverso piccoli passaggi segreti, le nove streghe che sotto la luna rilucente erano presumibilmente solite riunirsi, fra le gravere del fiume Po o presso il pascherio della piazza del forno di Rifreddo.
Incuriosita soprattutto dalla leggenda della apparizione della stella della quale, lo riconosco, non ho saputo nulla finché non ho visitato le rovine del Monastero, ho voluto subito cercare il luogo di quella presunta epifania. Come avrebbe potuto – mi sono domandata – una entità così preziosa e benevola di pura luce, come quella di una sacra stella, ispirare la creazione del luogo che sarebbe presto divenuto teatro di torture, incarcerazioni, accuse al limite della sanità mentale e tutti gli altri scempi compiuti ai danni di nove donne, molte delle quali innocenti, fino a prova contraria?
Santuario della Madonna della Neve del Devesio
Allora io e il mio compagno di rotta siamo saliti su, a pochi metri da Rifreddo, alla ricerca del Santuario della Madonna del Devesio (XVI sec.), luogo in cui la Stella apparve ad Agnese, solo per scoprire, appena arrivati, che si trattava di un edificio sacro dedicato alla Madonna della Neve. La cappella, venne costruita proprio sul luogo della Epifania.
Non a caso, alcuni fa, scrissi una sorta di trait d'union che intercorre fra le chiese agresti dedicate alla neve, al latte e alla stella, scoprendo inimmaginabili affinità tra loro, o meglio fra le leggende che li animano e le deità pagane che li impregnano, a prova di un passato pagano e magico mai veramente morto: (...) “Una ultima suggestione è quella che riguarda la miracolosa nevicata che avviene sia nella leggenda cristiana della Madonna della Stella che in tutte le leggende regionali italiane che riguardano la Madonna della Neve. Se è vero (secondo Frazer) che la Iside col bambino ha ricevuto nel corso del tempo, nascosta sotto la veste della Madonna col Bambino, la inconsapevole adorazione da parte dei cristiani e se è vero, e lo è, che la sua solenne e pacifica figura di madre dei campi reca sia l'epiteto di Sochet (campo di grano) che il più tardo Sopedet – la Stella Guida dei marinai Egizi, conosciuta con molti nomi dai semiti in tutta la prima storia israelita – allora anche la Madonna della Stella è assimilabile allo stesso culto (del latte e della neve, nondimeno della campagna e del raccolto)”. Per approfondire, è disponibile la ricerca nel portale Strega in Rosa intitolata Iside Stella Maris e Astarte, La Madonna della Stella e le Origini delle dee celesti dei miracoli.


La statua lignea dello scultore Dossetto Sandro (2018), edificata presso il Santuario della Madonna del Devesio, evoca con tutta probabilità quel senso di visione e preghiera che dovrebbe animare le donne sinceramente dedicate al sacro e alla spiritualità. Una realtà purtroppo che viene sempre meno, dato che, e la vicenda delle Masche di Rifreddo ne è un esempio lampante, sovente le pretese “visioni” diventavano e tutt'ora diventano pretesti a vie d'azione di possesso, arroganza e ferocissimi scontri che a tutto somigliano fuorché ad una sincera dedicazione a qualsivoglia entità benevola di luce. Spesso la luce, soprattutto se malriposta, più che illuminare acceca, brucia, uccide.
Ogni angolo del santuario era evocativo di una profonda pace; come spesso accade, le rotte stregate che cammino, sembrano sospese in un eterno autunno. La terra, qui, parla un linguaggio sopito entro cui poche e pochi sanno cogliere la bellezza.
La bella rosa, potata, non mancava di ammonire con le sue spine. Fra l'altro, proprio nel riscoprire una natura profonda e vera che mi abita, mi sono ritrovata in un luogo costellato di rose: a Rifreddo ce ne sono tantissime, quasi in ogni giardino od angolo del paese, noi lo abbiamo notato subito.
A confermare le mie precedenti riflessioni che collegano il culto lattogeno precristiano, l'epifania della neve nelle leggende mariane di origine pagana, e le preziosissime dee celesti semite, ho notato tra gli anfratti delle grotticelle appena sotto il Santuario, le statuette della Madonna – testimonianza della reminiscenza dei culti delle acque e delle Madri del nutrimento che un tempo animavano i territori delle Gallie – tra cui quella mostrata nelle fotografie, dove le conchglie richiamano l'ambivalente natura “sirenica” delle dee stellari alla base del culto mariano delle fonti, come Iside Stella Maris o la affine meteora di Epifania, Astarte..
Citazione di Viaggio “Le Madonne (di Napoli) sono tutte regine del mare, con corone luccicanti di splendore, reincarnazioni di forme antiche di Sirene”. Douglas N. “La terra delle Sirene” (Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1972, p.12).
Del resto, le Masche sono una ipotetica “reincarnazione” di antiche consapevolezze, spesso risultato di un folklore vivido nella memoria della gente, riguardo le benefiche entità un tempo viste come sacre e venerate, in questi luoghi come altrove, purtroppo finite per essere pervertite e distorte dalle religioni monoteiste di potere. Le storie di streghe e i relativi fascicoli che narrano i processi ai loro danni, possono anche dare la sensazione di leggere sempre la stessa storia, questo non perché le donne coinvolte e le conformazioni naturali che ne furono teatro non fossero uniche e degne di nota, ma perché gli inquisitori, il più delle volte, estraevano dalle vittime ciò che volevano che fosse detto e scritto, per adempiere al loro compito ultimo ed eliminarle tutte.
Come detto, i luoghi dove le riunioni delle Masche si svolgevano, presumibilmente, erano le gravere del fiume Po – ovvero, in prossimità delle acque – e il pascherio presso la Piazza del Forno di Rifreddo.
Noi abbiamo potuto scattare qualche fotografia fugace, per via del freddo, la pioggia, e il fatto che non vi fosse alcun negozio né caffetteria aperta, tanto è vero che non potevamo chiedere indicazioni a nessuno sulle forme dialettali che ho riscontrato nel libro di Grado Giovanni Merlo, Streghe, che ci ha tuttavia guidati lungo il percorso di riconoscimento dei luoghi delle Masche.
Sotto gli archi del Municipio di Rifreddo, ad esempio, abbiamo notato una particolare iscrizione, simile (e similmente databile) ad alcune che abbiamo riconosciuto a Croveo di Baceno, ben un anno fa, camminando sul Sentiero delle Streghe di Croveo. Con tutta probabilità si tratta di segnature, che venivano fatte soprattutto sulle abitazioni o in luoghi di passaggio particolari per proteggere coloro che vi vivevano, entravano e uscivano.
Al centro, si nota infatti una croce, che nell'area delle Streghe Antigorine del Verbano-Cusio-Ossola, svolgeva la medesima funzione apotropaica.
Seguono le fotografie nella Piazza di Rifreddo, che abbiamo ipotizzato fosse la piazza del forno cui fa riferimento il libro, dove, fra l'altro, tutt'oggi c'è un panettiere. Chiaramente, torneremo ad analizzare certe terminologie, dato che, ad esempio, nella Valle Antigorio, per “stua” o caldadia (del diavolo) e quindi delle Streghe, si intendeva una particolare pietra e non una vera a propria stufa o forno.
Un dettaglio che ci ha profondamente affascinato delle colline cuneesi, al di là della estrema pulizia e della cura che trasudavano, è stata la costante presenza di bestiame e vigneti. A ogni angolo una bellezza da ammirare, il respiro di un luogo che, ancora oggi, vive perlopiù della propria terra e della sua vocazione naturale al dono.
Riflessioni di una Strega in Viaggio Sono abbastanza certa di quelle che saranno le mie prossime rotte, alcune vicine, altre ancora più lontane dell'ultima seguita. Si tratta, ormai, di un viaggio incominciato oltre un anno fa, che mi ha portata a sacrificare praticamente tutti i momenti liberi nei quali avrei potuto benissimo fare altro ma, la voce sibillina che abita il vento, da quando misi piede a Croveo di Baceno nel gennaio 2024, pregna delle sue Streghe, oggi come ieri, non ha più smesso di parlarmi, e guidarmi. Anche quando tutto attorno era avverso, la mia sincera dedicazione alla figura della Strega e ai reami-altri che vi sono attorno non ha mai smesso di brillare. Sono rimasta intatta, integra nella tempesta, complici il nascondimento, il silenzio, e la pace interiore che ne è conseguita, consentendomi di riemergere ancora più radicata a me stessa e a chi sono davvero.
Citazione di viaggio Nel buio notturno, sopra ai riti stregoneschi, “talvolta la luna riluceva”. Romea dei Sobrani, Masca, 21 novembre 1495 (1 p. 98)
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Rotte golose a Sanfront. I Consigli
Per le buone forchette, consiglio vivamente la Trattoria “Il Mattarello” a Sanfront(CN), in Via Paesana II(CN). Verrete accolti da una signora di estremo garbo, in un luogo pulito e sicuro, dove poter assaggiare i piatti tipici di una delle Città del Fungo, con dolci fatti in casa e prezzi decisamente abbordabili.
La Ricerca - di Claudia (Rosaspina) Simone
Sitografia di riferimentowww.monvisopiemonte.com
Bibliografia di Riferimento
(1) Grado Giovanni Merlo (professore emerito di Storia del cristianesimo all’Università di Milano), Streghe, Casa Editrice Il Mulino, 2006 - Compendio alla edizione realizzata da Rinaldo Comba e Angelo Nicolini nel volume Lucea talvolta la luna. I processi alle masche di Rifreddo e Gambasca del 1495 pubblicato nel 2004 dalla Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo.
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