Baveno Misteriosa

Pittoresco villaggio di pescatori, adagiato sul Golfo Borromeo del Lago Maggiore; Feriolo di Baveno (Verbano-Cusio-Ossola) fu un importante centro commerciale e luogo di lavorazione e di imbarco dei celebri marmi e graniti della zona.
Il simbolo della cittadina è il mulo, di cui è stata eretta anche una graziosa statua sul lungolago, dove affacciano casette dai colori vivaci e barche ormeggiate.
La origine della cittadina è molto antica, sono stati ritrovati in zona numerosi reperti archeologici dell'età preistorica...
Inoltre, ci sarebbero le rovine del castello risalente al XII-XIII secolo, di cui non rimane altro che un breve tratto del recinto interno e i resti della torre centrale, ma non vi sono dubbi riguardo all'importanza strategica del luogo durante l'epoca romana dove rivestiva senz'altro una funzione difensiva nella rete di controllo.





Ciò che più mi ha colpita è scoprire che alle ore 18:00 del 15 marzo del 1867 una frana seppellì una parte del paese: il terreno cedette, facendo scivolare via persone, animali e abitazioni sotto le acque (sedici vittime tra cui per lo più bambini, furono solo sei i corpi recuperati).
La parte di terra perduta, le cui fondamenta sommerse sono ancora visibili se ci si immerge in subacquea, si può identificare più o meno tra il battello-ristorante e la spiaggia sotto la strada statale che conduce al borgo.
Come sempre, è stata la mano dell'uomo a far precipitare gli equilibri, costruendo dove non si avrebbe dovuto costruire; dato che si tratta di una zona di cave di granito dove il sottosuolo era continuamente sollecitato dalle vibrazioni delle mine.
Sopravvisse alla sciagura soltanto la barca di un certo Ruffoni, grazie alla quale molte persone furono portate in salvo dalle acque.
La tragedia portò a un innalzamento del livello medio dell'acqua circa di sessanta centimetri, e ora, parte di quella storia, vive segretamente nelle profondità, emanando ancora il suo dolore, per chi è in grado di sentirlo...
Io e il mio compagno di viaggio ci siamo andati solo per fare una passeggiata notturna e gustare un gelato artigianale (il gusto vaniglia rigorosamente presente su entrambi i coni) e non sapevamo nulla della tragedia, finché un guizzare strano tra le onde nere, in lontananza, mentre stavamo seduti su una panchina che affacciava sull'imbarcadero; mi ha presagito qualcosa, alimentando il desiderio di cercare.



Riflessioni di una Strega in Viaggio Cercare, sempre, e rendersi disponibili per essere trovate da ciò con cui si sente una particolare risonanza; anche quando si voleva semplicemente prendere una pausa da ogni cosa...
Fra l'altro, Feriolo è piena di gatti.
C'erano letteralmente gatti ovunque (enormi, gatti!).
Questo mi ha fatto pensare alla possibilità che una qualche Strega possa aver vissuto su queste acque, magari dimenticata da tutte e tutti, insieme ad altre storie inabissate nelle profondità lacustri; chissà...
Numerose sono le leggende dell'Ossola che riguardano la trasformazione in gatte e altri animali selvatici delle donne che si univano nella famigerata tregenda.

Curiosità di Viaggio, La tregenda Il termine “tregènda”, noto nei libri di leggende e storie di streghe ossolane, deriva dal latino “transienda” ovvero passaggio, via di transito; ossia transire, passare attraverso; che è effettivamente ciò che fa una strega; nondimeno una donna (o un uomo) che cammina fra più mondi e realtà separate da veli sottili che solo lei conosce.
Con il tempo, nei dialetti settentrionali e nei paesi più coinvolti nella caccia alle streghe e alla stregoneria; ha assunto il significato oscuro di “convegno notturno di diavoli”, di spiriti dannati, di streghe, che, secondo leggende popolari di origine nordica, si riuniscono di notte per compiere le loro “malefiche” operazioni. Sono comuni le espressioni che la attribuiscono a una atmosfera, un’aria, “un ambiente da tregenda” allucinante, che incute terrore; oppure “una notte da tregenda”, con la connotazione di cupa, tempestosa, tragica. Raro è anche il significato che la identifica in un pandemonio, in una gran confusione, od una esagerata quantità di gente.



La luna calava sulle montagne, vermiglia e vicina, attizzando il fuoco che mi spinge, sempre, a nuove storie, nuove rotte, nuove pagine di viaggio ancora tutte da scrivere.




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Bibliografia

Mentre il gelso buttava. Il disastro di Feriolo de 15 marzo 1867 di Pierangelo Caramella; Ed. Tararà, 2016

Sitografia


Diritti

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