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Mozzio, frazione di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Altri segni di Streghe e Sirene Celesti nella Valle Antigorio tra Crodo e Viceno
Spesse volte lo sentiamo, quando il momento per lasciare andare qualcosa giunge. Croveo, le sue streghe, e i suoi miracoli di acqua e luce, mi hanno dato ciò che avevano da darmi, ed io, anche se il lavoro di ricerca non è ancora ultimato né è stato reso pubblico, poiché si trova ancora sotto la galaverna del silenzio creativo; spero di aver dato loro altrettanto. Compilo questo diario di bordo, che questa volta ci ha condotti a Crodo(VB), principale centro abitato della Valle Antigorio e coinvolto nel processo alle streghe locali durato due anni; con una leggera malinconia nel cuore. Salutarsi è sempre un po' difficile, ma l'anima a volte è stanca di un cammino, chiede riposo, e invita al silenzio e alla calma. C'è dell'altro – sussurra – prima di riassopirsi nel suo torpore, anche causato da ciò che fuori accade, soprattutto a livello atmosferico, dato che il caos delle stagioni, e la mancanza di neve e pace, non mancano di conseguenze per nessuna e nessuno.
Taccuino di Viaggio Talvolta è sufficiente, dare solo ciò che è possibile dare; ad un luogo, ad uno scritto, ad altri, e persino a noi stesse.
Il viaggio del 10 Febbraio 2024, ovvero la quarta esplorazione sulle Tracce delle Streghe di Croveo; è incominciato ammirando le montagne spolverate di neve, con il campanile romanico della Chiesa di Santo Stefano Protomartire di Crodo, del XI secolo e rimaneggiato nel 1500; che svettava tra le nuvolone bianche. Di acqua e vento, è stato un cammino piovoso e freddo, umido nell'aspetto e nel cuore; che alla vista del cielo grigio si lasciava andare a memorie e suggestioni dolcemente sinistre. |
1605, Tracce del Tempo delle Streghe in Valle Antigorio; Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Anche l'intera pieve venne modificata nel cinquecento, con l'apertura delle porte laterali sulla facciata, che è rivolta a ponente. Sull'epistilio di uno degli ingressi laterali, si nota una iscrizione che porta una data risalente all'incirca ai tempi dei processi, che durarono dall'autunno del 1609 all'inverno del 1611, e di cui è possibile avere notizie leggendo la parte terza di questi appunti di viaggio sul sentiero delle Streghe di Croveo.

In prossimità della chiesa, più vasche girate al contrario e utilizzate per un non chiarissimo scopo, richiamavano la coda squamosa di draghi o sirene. Dell'acqua avevo già avuto sentore, ossia della presenza di una anima del luogo particolarmente ctonia; dopotutto la visita alla Chiesa Monumentale di Baceno della nostra seconda tappa di esplorazione, mi aveva già riportata a nuotare con le sirene in rilievo sui capitelli del grande portale, dove con tutta probabilità segnano l'antica presenza di vene d'acqua. Del resto, poco dopo, avremmo incontrato nel parco comunale adiacente la pieve, dei grossi vasi con rilievi di sirene o arpie e volti di lupi. Le sirene sono infatti creature alchemiche dalla natura ferina; e se la loro presenza sta a testimonianza delle antiche dee madri in forma di uccello o di serpente, dato che una delle loro più antiche antenate pare essere la Grande Signora Mesopotamica degli Animali, nondimeno constatata nei panni della Dea Syria, un altro volto della Madre celeste dei semiti, Astarte; è pur vero che la loro natura “bestiale” e divoratrice viene menzionata in alcuni tra i più preziosi scritti che le riguardano, che ho raccolto e citato all'interno della mio breve saggio, intitolato Le Sirene, Miti e Rivelazioni Alchemiche dalle Origini. Le Valli intorno all'Ossola, dopotutto, sono parte di quel “bacino” ove brillano reminiscenze della fata e strega Berchta, alla quale è sacro il lupo, ovvero è lei stessa, oltre che una incarnazione di una norna filatrice del destino; una loba.
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Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |


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Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
All'interno della pieve di Santo Stefano, non mancavano altri riferimenti alla natura sirenica che abita l'inconscio collettivo sacro del luogo, con la presenza di creature a cavallo tra angeli e sirene e una sirena bifida con le maestose code dorate. Dopotutto, nei testi apocrifi le sirene appaiono nel Libro di Enoch, dove sono le creature nate dall'accoppiamento di donne e angeli scacciati.

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Chiesa di Santo Stefano di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Si iniziò ad avere un massiccio incremento di queste figure mitiche in vari tipi di rappresentazioni soprattutto in epoca etrusca e romana, ovverosia rintracciabili nel medioevo romanico tra X e XIII sec.. Sebbene siano assenti rilevanze mitologiche che contemplino la sirena bicaudata a tutto tondo; si evince che le sirene, in particolare le bifide; hanno una natura doppia: protagoniste del canto armonico, ad esempio; non potrebbero emettere le loro armonizzazioni senza essere dotate di una intrinseca pluralità – come si evince in Platone ove sono in otto a intonare la sublime armonia celeste. Anche Omero concepì una sirena duale, quasi che le sirene siano caratteristiche di una “forza sirenica gemellare”. Secondo alcuni studiosi, dar loro due code, potrebbe anche essere stato un modo per integrare le loro due nature ancestrali, una ittiomorfa e l'altra ornitomorfa; così da restituirle alla totalità che spetta loro. Del resto, un ventre che termina in due code – e questa è da tempo una mia suggestione, che non vuole trovare riscontro nel “vero” – rende la sirena partecipe di una natura femminile, forse restituendole l'apertura degli arti, che presupporrebbe la presenza di una vulva e forse un legame con le Grandi Madri dalle quali la sua figura si è generata, per poi diventare ostaggio della penna viziata del patriarcato di filosofi, alchimisti e uomini di chiesa, che spesso erano l'una e l'altra cosa. Secondo la scrittrice Agnese Grieco, dopotutto, le sirene – alla stregua delle streghe, con le quali condividono anche simili radici etimologiche – sono le donne viste dalla lente degli uomini. Ciò che a loro è stato imputato, nel corso della storia del simbolo, od in loro è stato elogiato; è speculare alle credenze che gli uomini nutrivano nei confronti delle donne. Altre dee o figure femminili di rilievo annoverate tra quelle che condividono alcuni attributi con le sirene delle origini – si rammenti che quelle della vicenda di Ulisse sono solo una pallida rappresentazione, partecipe di una concezione patriarcale quale quella della mito-logia greca, molto diversa dal mito greco primitivo e dalle maestose madri preistoriche di cui portano memoria – sono, secondo i miei modesti, ma argomentati studi; la Sheila Na Gig, Diana, Chakray Amman, Melusina, Inanna e Lilith...
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Chiesa di Santo Stefano di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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Ricorrente, presso le chiese della Valle Antigorio,
nonché sul sentiero che percorro, anche l'immagine della conchiglia; simbolo di matrice femminile e acquatica per eccellenza.
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Chiesa di Santo Stefano di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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E non potevano mancare, in prossimità degli
angeli-sirene e delle conchiglie;
cenni sulla Stella Maris, sulla quale è possibile sfogliare il mio breve saggio intitolato
Iside Stella Madre, Dee e Sincretismi dalla Prima Storia Israelita. Il cielo della volta era trapunto di tante minuscole stelle a otto punte, quelle che riconosco come “le mie stelle”; ovvero relative al simbolo della stella polare, nonché la rosa dei venti che è bussola e guida sulla via; dalla primissima storia israelita, egizia e cananea; fino alla mitologia baltofinnica; ricorrente nelle mie letture e sul mio cammino intimo e solitario, ove la parola “luce” ha, sin da principio, risuonato con un luogo che mi abita dentro, e che attraverso la scrittura e i miei piccoli viaggi di esplorazione,
irradia la sua verità. Seguono altri dettagli,
ovvero i punti luce che presso la pieve di Santo Stefano di Crodo hanno catturato la mia attenzione; tra cui la colomba della pace, irradiante la pioggia luminosa; e i soffitti esterni del portale principale della Chiesa,
ove figurano il timone a otto raggi e un'altra conchiglia, sotto la quale si legge
“aperithemi portas iustitiae”, ovvero “aprirò le porte della giustizia”; in riferimento,
forse, ad una giustizia celeste
; che travolge,
come la cometa Astarte, altro volto di Iside Stilla Maris;
come un dono inaspettato che guida alla rotta di casa.
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Chiesa di Santo Stefano di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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Chiesa di Santo Stefano di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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Curiosità di Viaggio, Santa Lupercilla Nel 1819 le spoglie della piccola “Lupercilla”; un nome che, a primo ascolto, mi ha fatto pensare ad una unione tra la parola che delinea la ricorrenza romana dei Lupercalia e i nomi Lucia, Lucina o Lucilla; sono state traslate e deposte presso la Chiesa di Santo Stefano di Crodo. In prossimità della nicchia lei dedicata; ove la bambola rievocativa riporta la ferita sanguinante sul fragile collo; che non me la sono sentita di fotografare; c'era una cesta in vimini colma di lunghe candele bianche, nel perfetto sentimento della Candelora di Febbraio. La santa bambina, dono di luce, innocenza e fragilità; e le bianche candele che, accese, scorrevano come latte sui portaceri; mi hanno sopita in un lungo silenzio compassionevole. Forse in quella bimba senza storia, e sulla quale false verità sono state inventate, ho ritrovato un po' di me stessa, e quella impossibilità di reagire con le parole che, spesso, ho vissuto come un tradimento della voce, che nella gola riposa, forse solo in attesa di traboccare, quando sarà il suo momento. A ogni modo, Lupercilla fa parte di quella schiera di martiri definiti “corpi santi” oppure “martiri delle catacombe”; ovvero di cui non si conosce nulla, tranne il nome, e su cui si ricostruisce una presunta vita. In questo caso si dice che Lupercilla facesse parte della famiglia cristiana del console Pammachio, composta da quarantadue persone, che subì il martirio nel 233, sotto l'imperatore Alessandro Severo. Dall'analisi delle ossa, si può dedurre che Lupercilla era una bambina di circa sette o otto anni al massimo.
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Le candele per Santa Lupercilla bambina, Chiesa di Santo Stefano Protomartire, Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Ultimata la visita alla pieve, io e il mio compagno di viaggio abbiamo cercato, al solito, un luogo ove banchettare con il nostro pranzo fatto in casa, che amiamo gustare all'aperto in luoghi silenziosi e idilliaci. Data la pioggia, ci siamo rifocillati presso l'antico lavatoio di Crodo, vicino ai cespugli di rosmarino e sotto le nuvole basse e fumose.



Una volta sazi, e bevuto il nostro tè caldo di rito; abbiamo passeggiato tra le vie amene del borgo, che avevano tutta l'aria delle contee descritte da J.R.R. Tolkien ne Il Signore degli Anelli.
Sul cammino per ritornare alla nostra auto, parcheggiata vicino alla pieve; alcune margherite, in assenza di sole, riposavano nella corolla.
Una volta in auto, abbiamo deciso di visitare un altro dei luoghi connessi alle streghe della Valle Antigorio. Alcune di loro erano infatti originarie di Viceno di Crodo, una frazioncina che si raggiunge salendo a 895 metri dal livello del mare. Salendo i tornanti, la frazione di Mozzio ha attratto la nostra attenzione, per via della Berchte che svettava a prova che l'inconscio collettivo è ancora intriso della memoria delle streghe e delle Dee di cui sono eredi.
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Mozzio, frazione di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Riflessioni di Una Strega in Viaggio Nonostante i fatti di cronaca provenienti dal Sud Italia portino una diversa narrazione, ovvero che l'ignoranza e il fanatismo religioso patriarcale non siano ancora stati superati – e ciò è senz'altro vero, dato che altre vittime del delirio evangelista sono state mietute a Palermo questo Febbraio – è rincuorante avere consapevolezza che, in certi luoghi, si è a casa e ci si può sentire streghe, senza per questo essere vergognate o, peggio, destinate a sorti terribili. Nella Valle Antigorio ho trovato un luogo dove alla parola “strega” la gente sorride con gentile consapevolezza. Sono grata alle donne e agli uomini che hanno indagato, scritto e portato avanti la storia delle Streghe di Croveo prima di me: è grazie a loro se, almeno qui; la figura della strega è stata ripulita dalle storture attribuitele in passato. Far sentire la propria voce, riguardo all'ambito del risveglio della consapevolezza femminile antica; diventa sempre più una responsabilità; nei confronti di sé stesse e nei confronti di quelle le cui vite ancora vengono spezzate dalla folle mania inquisitoria che in molte ed in molti ancora purtroppo abita e prolifera.
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Mozzio, frazione di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Nella frazione di Mozzio, abbiamo indagato altre tracce del tempo delle streghe, ovvero la conferma degli altri simboli risalenti agli anni del processo o a quelli che li hanno preceduti, che abbiamo riscontrato nelle tre esplorazioni precedenti in loco, di cui si lasciano link e titoli in calce a questa pagina di diario di bordo. Nella fotografia, si legge 1552 affianco a una croce presumibilmente di natura templare.
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Mozzio, frazione di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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Le indicazioni per il Santuario della Madonna della Vita, anche solo per il suo nome, salendo i tornanti mi hanno incuriosita al punto da voler fare una tappa non programmata. Presso la chiesa, edificata tra l'anno 1614 e l'anno 1635, ho incontrato all'esterno una Santa Lucia, di cui il restauro del dipinto è di data incerta, e altre conchiglie sul portale di legno; oltre che l'immagine della Madonna della Vita proveniente da Bologna.
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Santuario Madonna della Vita di Mozzio di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Santa Lucia, Santuario Madonna della Vita di Mozzio di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |

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Santuario Madonna della Vita, Mozzio di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Si legge sul portale del Santuario “super omnes speciosa”, ovvero dal profondo significato di “al di sopra di ogni cosa lei brilla”. Forse è così, che una vera luce o stella guida farebbe: continuerebbe a brillare, oltre ogni limite, poiché la sua luce trascende, e nel volo tutto sovrasta. Queste sono le luci di cui si ha bisogno, e nelle quali è bello potersi specchiare, e amare.
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La Madonna della Vita i santi Carlo Borromeo e Rocco confessore, Santuario Madonna della Vita a Mozzio di Crodo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Ultimata la visita al piccolo santuario, e quindi alla frazione di Mozzio; siamo saliti ancora per giungere alla località turistica di Viceno, ignari del fatto che, lì, avremmo trovato neve candida e meravigliosa. Nebbia e foschia imperavano, avvolgendo ogni pensiero nel manto sopito del silenzio.
Le mia adorate margherite riposavano accoccolate fra i loro petali rosei e bianchi. La neve, frantumata dai germogli come porcellana, lasciava emergere i primi sorrisi di primavera dalle crepe della terra.
Taccuino di Viaggio Sono tornata a fotografare non solo le piccole cose, ma anche le cose piccole. Nel calderone, ardente su un fuoco che mai spegne, ho riposto bellezza, sogni e speranze gentili; per me stessa e per le altre.
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Albergo Edelweiss, Viceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
La nostra breve sosta all'albergo Edelweiss, che prende il nome dal nobile fiore che abita le alpi; ci ha rifocillati con un cappuccino bollente; prima di ritornare giù a Croveo di Baceno dove, dopo aver fatto un ultimo saluto alle Caldaie del Diavolo, ovvero alle Marmitte di Croveo le cui acque attraversano il Ponte di Osso delle Streghe; abbiamo, come di consueto, cenato al nostro adorato ristorante Cistella.
Dialoghi di Viaggio “Questo luogo incute sempre un po' di timore” – ci siamo detti. “Come se un enorme peso,
come quello che i due massoni che si sorreggono a vicenda da una eternità devono sopportare, cali sulle spalle di chi osserva;
ascolta”.
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