Incontrando la Stria Gatina di Cervarolo e Altri Punti di Luce a Varallo Sesia

Varallo(VC), PIEMONTE

“Gli uomini ammazzarono la Strega Gattina nella sua casa, a forza di botte, così tanto da sfigurarla, tra le imprecazioni della donna e della povera figlia malata”. Per questo Gianluca Bonanno, sindaco di Varallo; nel 2005 decide di erigere una lapide di fronte al Palazzo D'Adda a memoria del cruento omicidio consumato a Cervarolo, frazione di Varallo(VC), nel 1828; ma il parroco, don Gianfermo; come fa notare Giusi Fasano in un articolo del Corriere della Sera; centosettantasette primavere dopo l'omicidio “della strega a quanto pare era contrariato, e forse desideroso di ritornare a un Medioevo che, si ricorda; pure nell'ottocento, era già finito da secoli.

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La scorsa domenica, il 18 Febbraio 2024, io e il mio compagno di avventure abbiamo deciso di compiere un breve viaggio alla ricerca di un “punto luce” per il mio percorso; che mi attirava da tanto tempo ma che, negli anni, si era sopito dietro una inspiegabile nebbia. Senza troppi ripensamenti, ricordando il bell’articolo che lessi, tanto tempo fa, sulla pagina Facebook nonché omonimo sito “La Dea Madre nel Nord Italia”; mi sono allora messa alla ricerca della stele dedicata a una donna, tale Margherita Guglielmina di Gaudenzi di Cervarolo(876 m) ovvero una piccola borgata della Val Mastallone, una area leaterale della Valsesia  meglio conosciuta come “stria Gatina”, così chiamata, forse, perchè il suo modo di essere era associato a quello di una gatta; che patì le dure pene dell’ignoranza e della bestialità dilagante – purtroppo allora come oggi – che la condussero a morte, assassinata brutalmente nella sua casa, nel 1828, ovvero all’età di sessantaquattro anni. Dopo le mie quattro tappe di viaggio a Croveo, sul sentiero delle famigerate Streghe locali, di cui mi sto occupando in un saggio dedicato; sentivo la necessità di incontrarne altre: altre donne alle quali era stata strappata la voce. Sentire la loro eco è ormai parte del mio cammino: tornando a loro, torno a me stessa; e al ricordo di ciò che mi spinse a intraprendere un percorso di presa di coscienza del femminile antico; oggi più che mai minacciato – di nuovo – da ciò che purtroppo non è mai finito e continua a mietere vittime. Prima di arrivare a Varallo, uscendo dalla statale che da Novara ci conduceva lì, abbiamo notato un meraviglioso campo di crochi. Nella speranza di incontrare anche i tanto anelati bucaneve, ho corso fuori dall'auto – parcheggiata sul ciglio della strada – inseguendo quella speranza come una bambina. Saltavo tra i fiori, nel tentativo di non calpestarne alcuno; e nonostante dei bucaneve non vi fosse traccia mi sono ristorata e divertita tra quei colori ammalianti. 



Il campo di crochi sulla via per Varallo(VC), PIEMONTE


La bella staccionata con la vite risvegliava dolci memorie sopite e idilli fugaci; prima di rimontare in sella e giungere alla nostra Varallo, che sorge sul fiume Sesia ed è attraversata dal torrente Mastallone, un affluente di sinistra del primo. È proprio lì che il ricordo di Margherita di Cervarolo; affisso ai piedi di un bel platano in forze; brilla di desolazione e potenza, resistendo al tempo e, forse, proteggendo Varallo dalla possibilità che il passato si ripeta, poichè di lei si ha memoria; e tenero ricordo.

Varallo(VC), PIEMONTE

Sulla effigie si legge: “in memoria della Stria Gatina, ultima strega massacrata in Italia, trucidata a Cervarolo di Varallo il 22 Gennaio 1828, custode dell’antica sapienza montanara”.


Nella fotografia, è possibile notare il Sacro Monte di Varallo, che svetta affacciato sulla città. Ho da poco appreso che è
l'esempio più antico e di maggior interesse artistico tra i Sacri Monti presenti nell'area alpina lombardo-piemontese. 



Il platano sotto cui è affissa la stele a ricordo della stria Gatina, Varallo(VC), PIEMONTE

Il platano ove la effigie è stata installata, sembra osservare, bicefalo; con un volto la memoria della strega e, con l'altro, il Torrente Mastallone. Che vegli la vita e la bellezza, allora, e scoraggi, in coloro che ancora sono inconsapevoli, atteggiamenti di fanatismo e prevaricazione; gli stessi che portarono a morte la povera Gatina: una donna solitaria e dal brutto carattere, si diceva; e un po' la capisco, dato che spesso sopirsi in un «mondo oltre» è la sola scelta possibile, per coloro che vedono ciò che altre od altri ignorano. 

Citazione di Viaggio Abile nelle arti curative e negli impacchi, veniva descritta dai suoi contemporanei come molto petulante e noiosa. Alta, con una faccia deforme, nera, bitorzoluta. — Tratto da www.visitvalsesiavercelli.it Cfr. Giuseppe Lana, Errori volgari nella fisica, Milano, 1830.

Riflessioni di una Strega in Viaggio Margherita Guglielmina venne additata come “strìa”, un termine in voga nel Medioevo per identificare quelle donne e uomini, forse custodi del fuoco della saggezza antica; che in qualche modo incarnavano – e per questo erano considerate/i minacciosi – le ultime testimoni di una religione dianica tanto vecchia da risalire, nel suo corredo e connotati; alla preistoria. Queste donne libere e attraversate dal respiro dell’anima antica – che attraverso le loro scelte e comportamenti quotidiani si palesava, facendole apparire “diverse”, talvolta orribili per via dell’ignoranza, talvolta eccezionali per via dell’invidia – diventavano capro espiatorio di ogni sciagura o evento miracoloso ed inspiegabile. Alla stregua di diavoli dovevano essere, allora, scacciate e punite: forse perché al mediocre non piace, che gli si ricordi che lo è. E questo – al di là delle dietrologie storiche e religiose che hanno dato il via alla caccia alle streghe in cui nel diario di bordo non mi addentro, poiché ho affrontato altrove – lo vediamo nel quotidiano, ogni volta che per essere ciò che siamo, e quindi veicoli di luci, di ombre e di volontà profonde e spesso impopolari, subiamo la gogna di quella “massa di superstiziosi”, che potenzialmente abita in ognuna e in ognuno; tutt'oggi attiva e incattivita, nella quale vive lo stesso spirito  meschino e indagatore che portava ragazzi e bambini a «urlare alla strega» ogni volta che Margherita era incrociata in paese o nei pressi della sua abitazione. Nel frattempo, le strette vie di Varallo suggestionavano e stimolavano la consapevolezza della sua storia: le abbiamo percorse in solenne silenzio.

Goose & Rabbit, tra i vicoli di Varallo Sesia(VC), PIEMONTE

Varallo(VC), PIEMONTE





La Leggenda che è anche Storia 

Un giorno, due ragazzi di Cervarolo, abbatterono un albero di noce situato in un terreno che un tempo apparteneva a Margherita, ma che la donna, che non era nè ricca nè povera, dovette a malincuore vendere; dovendosi anche prendere cura della sua figlia malata, Marta Maria. La donna si oppose con tutta se stessa all'abbattimento della pianta, con la quale, probabilmente, sentiva un legame atavico; e si fece voce che Margherita  – già considerata strana e legata alla fisica oscura, per via del fatto che fosse vedova e particolarmente abile con le erbe e quindi con i cosiddetti “inciarmi” – avesse maledetto coloro che avevano compiuto questo atto: a distanza di pochi giorni uno dei due morì di una malattia misteriosa, mentre l’altro giaceva in fin di vita. Subito in paese si gridò al maleficio e due uomini, tra cui il fratello del morto, attuarono una spedizione punitiva affinchè giustizia si abbattesse sull'ombra della strega: la povera donna fu massacrata a colpi di bastone nella sua casa, mentre la figlia era stata prontamente rinchiusa dai due assassini Giovanni Antonio Degaudenzi e Gaudenzio Folghera in una stanza al piano di sopra. A quanto pare i due furono istigati all'atto proprio dall'allora vice-sindaco Giovanni Delzanno, e dal consigliere Giuseppe Tognini; i quali invitarono, durante un incontro in osteria, i paesani a intimorire la strega Gattina affinché il potere delle presunte arti oscure di cui era in possesso non causasse altre disgrazie, che di lì in avanti le sarebbero state tutte attribuite, naturalmente: sebbene il Medioevo, nell'ottocento, fosse finito da parecchi secoli, e un atto così raccapricciante riportava indietro di molto le consapevolezze della gente. Dopo l’assassinio di Margherita e dopo la condanna che li vide segnati tra i banditi di secondo catalogo fuggirono e di loro non si ebbe più traccia, così le blande pene ai danni del vice-sindaco e del consigliere che avevano animato la crociata contro la povera donna vennero annullate di lì a poco e ritirate le accuse grazie all'indulto del 1831 concesso da Re Carlo Alberto. Ma nemmeno di Margherita né della povera figlia si ebbe più notizia, finché, nel 2005; il sindaco di Varallo Sesia, Gianluca Bonanno, decise di proclamarne la memoria, facendo installare la stele a suo tragico ricordo di fronte al Torrente Mastallone.

Varallo(VC), PIEMONTE

Con il cuore addolorato, per aver ripercorso la vicenda, ci siamo a ogni modo incamminati verso il centro, costeggiando il Mastallone e sbirciando fra le contrade storiche di Varallo.

Curiosità di Viaggio Il toponimo è incerto, ma pare che Varallo possa derivare la sua etimologia da vararius, con il significato di “luogo incolto od aspro”. Forse, dopotutto, la stria Gatina, era in armonia con l'anima del posto; che noi abbiamo trovato dolcemente melanconica, e per questo anche accogliente, almeno per due come noi...


Torrente Mastallone, Varallo(VC), PIEMONTE




Varallo(VC), PIEMONTE

Sazi della nostra esplorazione, abbiamo gustato un ottimo cappuccino all'elegante Caffè Roma, sito sull'omonimo corso; e ci siamo confrontati su argomenti per noi molto intimi e importanti. 

Caffè Roma, Varallo(VC), PIEMONTE

Avevamo bisogno di cambiare aria, e di osservare le cose da un'altra prospettiva. Partire è un po' morire”; disse il poeta Haraucourt nella sua canzone dell'addio. Riflettendo su queste parole semplici, ma di grande significato; abbiamo colto il dono di quest'altra piccola morte; lasciando qualcosa di nostro a Varallo, e portando qualcosa di Varallo con noi; percorrendo l'ultima passeggiata prima di consegnarci al viaggio di ritorno, ormai segnato dalle brume della sera.


Passeggiando in centro, non abbiamo potuto fare a meno di notare le grandi conchiglie in rilievo su alcuni edifici storici; nonchè una a segnare “la casetta dell'acqua”, dove era possibile rifornirsi di acqua buona con pochi centesimi. Che conchiglie o sirene, custodi delle acque; segnino ogni mia tappa, senza che io ne vada in cerca, è ormai noto. 

Varallo(VC), PIEMONTE

La casetta dell'acqua di Varallo(VC), PIEMONTE

Varallo(VC), PIEMONTE



Anche le stelle di legno, appese sotto a un balconcino tra le vie storiche, rievocavano memorie di streghe e di luce.

Varallo(VC), PIEMONTE

Varallo(VC), PIEMONTE

Molte, poi, le abitazioni sulle quali erano posti scacciapensieri creati con le conchiglie: un tempo le creature marine ed altri “mostri” segnavano le vene d'acqua, ovvero le potenti correnti telluriche che scorrevano in prossimità di luoghi di culto e pievi. Ho sempre pensato che avessero anche un valore apotropaico, attirando la buona sorte su coloro che affiggevano questi o altri simboli. Ma è pur vero – e su questo abbiamo riflettuto a lungo, durante il tragitto a piedi – che simboli e usanze di reminiscenza pagana, quando sono così evidenti in un paese o presso particolari luoghi di culto; stanno senza ombra di dubbio a testimoniare che certe presenze antiche, dall'inconscio collettivo della gente, e in particolare delle donne; non se ne sono mai andate. Un simbolo lega donne diverse tra loro,  risvegliandovi memorie ataviche comuni; molto più di quanto possa fare una ricercata dialettica. 

Sitografia


Diritti

Testo e fotografie di Claudia Simone. Vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso scritto dell'autrice e senza citare la fonte.

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