
La Chiesa Monumentale di Baceno tra alchimie, Madri del Latte, Lucifere Stelle e Sirene, e il Villaggio Treno dei Bimbi di Osso
Strega in Viaggio, Memorandum Giovanna la Fiora, Maria la Gianola, Elisabetta de Julio, Domenica Comina Talaniono, Domenica Brenesca, la Catterina de Franzino e la Margherita del Rigo; sono solo alcune, fra le donne e uomini, che tra il XVI e il XVII secolo patirono la prigionia e la tortura dell'inquisizione tra Croveo di Baceno, Baceno, Crodo e altre frazioni della Valle Antigorio, ovvero coloro che avrebbero danzato alla Stua del Diavolo, ovvero sul Monte Cervandone, la cima più elevata visibile da Croveo od addirittura sul Monte Cistella, che domina il villaggio di Croveo verso Ovest.
Il presente diario di viaggio, ovvero la seconda parte di un ciclo di esplorazioni e delucidazioni alchemiche che continueranno, raccogliendo documenti, testimonianze locali e svolgendo pratiche utili ad «entrare in contatto con l'anima dell'aria e delle acque del luogo», che recano «la informazione» più preziosa che le streghe di Croveo hanno lasciato, ovvero la loro «traccia», il riflesso infimo della loro voce, nascosto sotto la terra; non vuole in alcun modo proporsi come brano esaustivo su quella che, a cavallo tra il 1500 e il 1600 è stata la caccia alle streghe locali. Questi sono, più che altro, appunti. Appunti di viaggio dai quali sorgerà ciò che, esaustivo, spererà di esserlo; a ricordo delle donne che il Beccaria, nel suo intervento sulle Streghe di Baceno, definì «le ultime sacerdotesse di una religione pagana sopravvissuta nella Valle Antigorio».*****
Lo scorso sabato, rispettivamente il 27 Gennaio 2024; sono
tornata insieme al mio compagno di avventure a Croveo di Baceno, in provincia di Verbania, ovvero sito nella Valle Antigorio, in Piemonte; per esplorare ciò che
sentivo di non aver approfondito abbastanza; attraversata dalla impellente
necessità a ripercorrere il sentiero delle Streghe o, per meglio dire, a farmi
camminare da una forza invisibile che, senza a me appellarsi, con forza mi
conduce dove – forse – qualcuno o qualcosa si attende che io sia. La sensazione di essere percorsa da
forze, piuttosto che illudersi di percorrere alcunchè; mi ha accompagnata fin
da bambina. Ho sempre sentito di non essere troppo protagonista della mia vita,
abitata dalla consapevolezza d’essere strumento di entità che, attraverso me –
e sicuramente anche attraverso altre od altri – esploravano il mondo tendendo a
una meta inizialmente incognita e forse comune. Passo dopo passo, il senso di quella meta,
e la natura di tali entità, hanno incominciato ad essere sempre più chiare;
agendo nella trasparenza di quelle emozioni che, quando i piccoli «piedi magici» si
adagiano su una pietra o su una particolare conformazione della terra, narrano
al corpo – antenne dell’antico – di memorie altrimenti assopite e che,
attraverso il viaggio – bianche e nere – si ritingono d’oro, e parlano con
chiarezza; a ricordare da dove veniamo, perché siamo qui, chi siamo e, ancor
più importante, dove stiamo andando.
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Croveo di Baceno, (VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Citazione di Viaggio “In un paesaggio di pietra – il borgo medioevale di Croveo sorge sui resti dell'ultima glaciazione, fra massi erratici – le strade non potevano che essere di pietra. Il selciato è il vero cordone ombelicale che tiene unito l'uomo che si sposta alla terra, alla sua parte più profonda rappresentata dalla pietra. Ancora oggi, si prova un legame vero e vitale con il territorio solo quando i piedi poggiano su un solido lastricato di pietra”. — Michele Romagnoli, Le Tracce Invisibili del Tempo delle Streghe, esplorando Croveo e dintorni, p. 56; a sua volta tratto da www.pietredelvco.it
Le tappe fondamentali di questo secondo weekend di esplorazione nei pressi di Croveo di Baceno,
sono state la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio a Baceno(VB); ovvero con il
campanile templare, sirene, tritoni e i numerosi affreschi e tracce a dir poco suggestive, utili
a ricucire il volto arcano delle Streghe locali e il legame tra esso e le Madri Nutrici della preistoria d'Antica Europa; e la continuazione del
percorso ad anello che dalle Marmitte di Croveo – dalle quali, la scorsa
settimana, ci eravamo spostati nel centro del paese a conclusione del nostro giro che era
incominciato dalla Via Crucis di Baceno per visitare il Mulino sul Rio Ghendola
e le Marmitte Baulina – si allungava tra gli antichi terrazzamenti per condurre
alla frazione di Osso di Croveo di Baceno; dalla quale il Ponte delle Streghe
che attraversa le Caldaie del Diavolo, ovvero le Marmitte di Croveo, prende il
suo caratteristico nome “Ponte di Osso”. Ci tenevo a visitare Osso, dove
abbiamo potuto anche ammirare il Torrente Devero – dal quale, peraltro, provengono
le acque che scorrono impetuose nelle marmitte – e per visitare il fiabesco “Villaggio
Treno dei Bimbi”, caratterizzato da vecchie carrozze ferroviarie per gruppi,
bambini e famiglie; un progetto sorto nel 1996 per iniziativa di Padre
Michelangelo, frate cappuccino il quale, non avendo un soggiorno estivo per i
ragazzi della “Casa del Fanciullo” chiese all’allora ministro dei Trasporti On.
Oscar Luigi Scalfaro un treno per allestirlo come colonia. Purtroppo, come anticipato
da Mirella, la conduttrice del suggestivo Ristorante Pizzeria Cistella dove ci siamo concessi un bel risotto in forma per rifocillarci dopo la lunga giornata – ad onore
delle streghe dell'omonimo Monte, ove secondo la leggenda si teneva la tregenda
– “d’inverno non ci sono né bimbi, né famiglie”, ed i vagoni, per quanto
affascinante fosse ammirarli dall’esterno, erano inaccessibili. A ogni modo, l’amore
di cui il luogo era intriso poteva essere percepito a ogni angolo. Mio padre ha
da sempre lavorato nell’ambito ferroviario come geometra, responsabile della
sicurezza e supervisore dei disegni assonometrici. Sin da bambina, ho abitato vicino ai
treni. Ogni volta che mi trasferivo in un luogo nuovo, con la famiglia o da
sola; ecco che una piccola stazione ferroviaria “mi seguiva”. Tutt’oggi, in
alcuni momenti della giornata o della notte, sento il transito dei treni poiché
abito in prossimità di un binario, nei pressi delle campagne novaresi. Credo che farei fatica, ad abituarmi a vivere
in un luogo dove il treno non si sente. Forse nemmeno lo vorrei ma, ad ogni
modo, il treno è per me un simbolo del legame paterno. Nei treni, e nei molti
viaggi fatti su vagoni di ogni tipo insieme a mio padre e alla famiglia, con la
quale ci spostavamo spesso per l’Italia, avendo origini pugliesi e abitando in Piemonte; ho riposto sogni, speranze, desideri.
Taccuino di Viaggio Tutto sommato, il luogo dove “il treno della vita”
mi ha condotta, fino ad ora, non mi dispiace. Guardandomi indietro, credo non
ci sia altro posto dove vorrei stare, se non nella quiete di me stessa della quale ora mi nutro. Quanto alla vita di città, ne farei a meno. Se dovesse passare un altro
treno, con la promessa, ad esempio, di condurmi ad abitare in un borgo come quello di
Croveo; io senz’altro ci salterei sopra senza esitazione…
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Villaggio Treno dei Bimbi, Osso di Croveo di Baceno(VB), PIEMONTE |
Citazione di Viaggio “Ciò che conta, dei treni, non è dove portano, ma è prenderli”. — The Polar Express movie, Tom Hanks
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La seconda giornata di esplorazione sulle tracce delle streghe di Croveo è incominciata passeggiando, a Baceno, alla ricerca di una panchina esposta al sole per poter consumare il nostro pranzo al sacco, naturalmente preparato da Michele, l'unico fra noi che all'alba potrebbe mai avere voglia di mettersi alla piastra per dar vita a gustosi manicaretti.
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Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Ed ecco, a seguire, la cronologia degli incontri fatti sul cammino tra i viottoli che conducono, partendo dal retro del Ristorante Vecchio Scarpone, dove abbiamo consumato il nostro caffè di rito; al breve viale delle panchine che affacciano sulla valle, fino alla Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Via Marconi 51. Il caminetto disegnato su una abitazione, a «segnare» il rilievo del luogo in cui, nella casa, «il fuoco arde»; l'ho trovato particolarmente suggestivo; anzitutto perchè siamo alle porte di Febbraio, e quindi sotto la egida della Brigid dei tre fuochi; nonchè nel mese che Macrobio ricorda, per via della sua etimologia, februare, come purificatore ed espiatore; e poi perchè, «segnare il fuoco»; in un luogo dove la cosiddetta heretica pravità ha bruciato ardentemente, digrignando i denti della donna dianica di fronte al volto dell'inquisitoria ingiustizia; mi è sembrato oltremodo opportuno. Sono una ragazza di città, non conosco i dialetti, men che meno piemontesi, avendo origini pugliesi. La conoscenza l'ho sempre cercata nei libri e nella natura, ogni volta che mi è stato possibile e tenendo conto dei miei limiti; ma per non saperne nulla direi che la scritta incisa sulla parete, in prossimità della canna fumaria della casa; si riferisce con evidenza al fuoco, ovvero al focolare od alla “stua” – tornando
alla famigerata Stua del Diavolo od alle Caldaie del Diavolo, ovvero le Marmitte di
Croveo di Baceno, di cui ho parlato nella parte prima di questo diario di bordo – che, fra l'altro, a notte fonda abbiamo rivisitato, scorgendo il sorriso del “diavolo” e la sua lingua di ghiaccio...
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Baceno di Croveo(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Marmitte di Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE; Le Caldaie del Diavolo o Stua del Diavolo, il sorriso notturno della cascata |
Porseguendo dopo il pranzo, a Baceno e Croveo di Baceno, sembra che quella per il simbolo della margherita sia una vera e propria adorazione, sin dal tempo delle streghe che vi hanno vissuto tra il 1500 e il 1600 circa: non ho potuto fare a meno di notare, fra l'altro, nel corso dei miei studi svolti negli anni; che molte delle donne accusate di stregoneria sia in Europa che in Italia, portavano questo nome. Margherita deriva dal greco antico margarites e significa “perla”; e possiede quindi un antico legame con le acque, e pertanto con le Madonne del Latte e con le sirene, volti del sacro femminino ancestrale. Solo dal Medioevo in poi, si ha incominciato a utilizzarlo come nome da dare alle bambine, a sottolinearne la purezza e luminosità ed a ricordo del piccolo fiore con il bottoncino solare, che è anche il mio secondo nome.
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Spesse volte ho condiviso sul mio diario di bordo e nelle mie ricerche, le margherite fotografate presso pievi e chiese dedicate alle Madonne del Latte, della Neve, delle Grazie o celesti: sembra, in effetti, che la Margherita, con i suoi raggi che esprimono un simbolismo meridiano; connetta fra loro vari aspetti delle antiche madri nutrici che, oltre la logora veste cristiana delle suddette Madonnine, nonché nella figura della Sirena e le Dee sia ctonie che solari che animano la sua dietrologia mitica e iconografica; si celano chiaramente. Nella prima parte del diario di bordo sul sentiero delle Streghe di Croveo, condivisi la margheritina e la stella fotografate presso la culla di Maria bambina sita nella Chiesa della Natività di Maria di Croveo di Baceno; oggi appunto, invece, quelle che ho trovato a Baceno, presso il portale principale della alchemica Chiesa Monumentale di San Gaudenzio.
Curiosità di Viaggio Nel Medioevo, Margherita, fu epiteto della Vergine Maria. Forse è per questo che pievi e chiese che raccontano la grazie delle Antiche Madri di luce, nascoste oltre il volto delle Madonne, sono così colme del suo pacato simbolo solare.
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Chiesa Monumentale di San Gaudenzio di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Margherita su soffitto della Chiesa Monumentale di San Gaudenzio, Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Chiesa Monumentale di San Gaudenzio di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Taccuino di Viaggio, Il Mio Modo di Viaggiare e Scrivere In molti, soprattutto i locali, si sono affannati a volermi trasmettere misteri e segreti sulla Chiesa, quelli più conosciuti, ma la mia natura, caratterizzata da una profonda ostinazione, mi porta sovente a spegnere quel chiacchiericcio che si crea intorno, quando si accorgono che stai facendo qualcosa, e tentano, tutti, di mostrarsi grandi esperti e abili consiglieri, maestri o maestre sulla via; ma tu sai bene che la sola «Diana Lucina» abita e ti partorisce «dentro»; e non puoi fare a meno di ascoltarla, di seguirla, sorvolando con ali fiammeggianti su ciò che altre od altri ritengono importante, o ritengono che tu debba vedere o sapere di qualcosa; procedi, come uno squalo all'odore del sangue, verso la sola meta che ti appartiene: la tua. Ed il tuo, peculiare modo, di viverla, fotografarla, testimoniarla.
I soffitti della Chiesa erano letteralmente ricoperti di affreschi. E, con ricoperti, intendo che per il mio particolare essere delicato, quel caos esageratamente barocco era oltremodo fastidioso. Come guidata da un filo d'oro che correva sul pavimento della chiesa, a condurmi alle poche pareti di mio interesse e, probabilmente, di poche altre; ho rincorso la gioia di alcuni incontri che reputo fatali; solo per fuggire, appena ne ho avuto occasione e l'esasperazione era diventata troppa; quel luogo abitato da una aria fitta di energie che non volevo nè conoscere nè far entrare dentro di me per alcun motivo, irritandomi, più volte, fra l'altro, nei confronti del mio compagno di esplorazione; che invece sembrava a suo agio in quella “poliedricità”. Seguono, dunque, oltre ad obbligatori riferimenti, necessari alla mia ricerca; gli scatti che riflettono i miei punti luce, quelli che si sono accesi dentro di me, durante la visita, tessendo legami con ciò che avevo dentro.
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Il Satana apocalittico nella mandorla di luce che domina dalla volta della cappella degli esorcismi, di Antonio Zanetti detto “il Bugnate” di Borgomanero, 1542; Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE. |
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L'attuale orientamento assonometrico a Sud della Chiesa Monumentale di San Gaudenzio di Baceno(VB),Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE, con il campanile templare |
Appunti di Viaggio, Cenni Storici I documenti che testimoniano l’esistenza di una primitiva cappella, ora presbiterio di quella nuova; risalgono ai primi anni del 1000. Il primo ampliamento avvenne fra il XII e il XIII secolo. Non essendovi spazio sufficiente, fu mutato l’orientamento, da Nord a Sud. Diffondendosi sempre più il cristianesimo fra le genti di Antigorio, si avvertì del resto la necessità di un nuovo ampliamento e di un abbellimento della chiesa con l’aggiunta delle attuali navate laterali. L’occasione fu data nel 1486 e verso la fine del XV secolo iniziarono i lavori per la costruzione delle navate laterali evidenziando così lo stile Gotico, e contemporaneamente ebbe inizio la stesura degli affreschi che furono completati solo nel 1542 con la crocifissione del Cristo. A partire dall’ultima decade del Cinquecento, in conseguenza delle nuove norme dettate dal Concilio di Trento (1545-1563) – lo stesso che flagellò la spontaneità della prima arte cristiana, vietando la iconografia delle Madonne del Latte – l’interno della chiesa fu soggetto a nuovi interventi tali da modificarne sensibilmente la struttura, col conseguente risultato che il Barocco venne ad aggiungersi al Romanico ed al Gotico. — Informazioni tratte da www.parrocchievalleantigorio.it
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Evidente ampliamento in stile barocco, a coprire gli affreschi precedenti |
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La Madonna del Latte o delle Grazie nella Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE. Artista ignoto, XV secolo |
Citazione di Viaggio “Gli antichi abitanti della valle Antigorio hanno voluto lasciarci il loro credo. Hanno dipinto una parete, ovvero la attuale facciata principale della Chiesa, che un tempo, solitaria e muta, controllava tutta la valle. I secoli sono passati sotto lo sguardo attento del cervo. Sono arrivate le streghe e con loro la santa Inquisizione. Sono giunti da Nord pastori e commercianti d’altre terre. Il cervo ha perso il suo predominio, sostituito da San Cristoforo”. — Tratto da Lo Sguardo del Cervo, www.viaggiatoriignoranti.it
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San Cristoforo del Bugnate, ovvero Antonio Zanetti, affresco del 1542 a coprire dove, metaforicamente; prima imperava il cervo sulla Valle Antigorio a reminiscenza, forse, dell'antico culto dianico preromano, luciferino e selvatico |
Curiosità di Viaggio, Il Sincretismo di San Cristoforo e Le Dee di Luce La funzione più nota del santo, in Occidente, è quella alchemica ovvero mercuriale, che fra l'altro si evince dalla etimologia del suo nome: Cristoforo deriva dal greco e significa colui che porta Cristo. Inutile dire che, in Valle Antigorio, è giunto più a sottrarre che a portare; coprendo ciò che prima c'era, ovvero il simbolo della natura selvatica e delle gioiose divinità naturali che un tempo camminavano queste terre, ovvero testimoniante dal ritrovamento, a Crodo ed alla fine del secolo scorso di una balma con 30 pitture rupestri con figure antropomorfe e cervi... A ogni modo, la leggenda parla di un cananeo traghettatore; una figura simile a quella di Caronte nella Divina Commedia e che, scavando nel sincretismo venuto a crearsi con le entità infere e luciferine cui è andato ad assimilarsi; rivelerebbe secondo alcuni studiosi la reminiscenza delle antiche iniziazioni a culti della natura e, in particolare, a quelli delle acque, forse anche di reminiscenza celtica. Per diretta conseguenza, si potrebbe ipotizzare un sincretismo con il culto lattogeno delle Matronae, ovvero le Madri venerate in antichi culti anglosassoni; ora nascoste oltre il velo delle varie Madonnine agresti e dei piccoli paesi, ben rappresentate dalla Diana preindoeuropea, dalle Dísir norrene ricordate nelle Notti d'Inverno, e dalla Berchta, per aferesi e sincretismo con Epifania, divenuta Befana, e della Brigid; ovvero della protoceltica e prealpina Belisama.
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Riferimenti pagani luciferini evidenti, lo studio dell'affresco è ancora in fase embrionale |
Curiosità di Viaggio, Dal Paganesimo Dianico al Cristianesimo Il cervo, o la cerva, un tempo venerati nella zona; se non altro è per antonomasia l'animale sacro a Diana, la portatrice di luce preindoeuropea le cui litanie – prima mascolinizzate nel culto di Giano, poi degenerate nell'angelo caduto giudaico-cristiano, ovvero in Lucifero Stella del mattino, peraltro già divinità romana, nonché assimilabile al greco Eosforo, associati al pianeta Venere così come l’Adone semitico che sposa la Stella Astarte – sono in un secondo momento passate alla Madonna. Lo stesso destino, del resto, è accaduto alla Iside Stilla Maris, ovvero identificabile anche nei panni della Cometa Astarte; ora anche regina delle Sirene, poiché un volto di Syria, dea sirena reminiscenza della Grande Signora degli animali mesopotamica; sposa di Adone, vero retaggio della Luce dell'Epifania, la cui data, prima del passaggio all'anno solare, coincideva con la nascita del Sole natale. La Stella Guida associata a Iside, per parafrasare Frazer; subì del resto l'inconsapevole adorazione dei cristiani, tanto Maria con il bambino somigliava al suo aspetto di Madre Nutrice, reminiscenza delle dee uccello allattanti della Europa Antica, nonché richiamava la Madre celeste, lucifera stella che guidava i marinai egizi e cananei, il cui culto si è diffuso in tutto il mediterraneo e verso il Nord artico. Acque sacre, dunque, culto lattogeno, e la continua apparizione della stella a delineare il primigenio volto dietro a quello delle sue Eredi: le Streghe, forse, un tempo matres disincarnate, della natura e dei suoi segreti.
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L'apparizione dei Magi, ovvero raffigurazione del dono epifanico, tratto dalla cappella interamente dedicata alla vita di Maria, dalla nascita alla venuta dei Saggi. Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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Le sirene in prossimità dei capitelli sul portale principale della Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE, forse a segnare antiche vene d'acqua che scorrono sotto le fondamenta, potenti correnti telluriche individuate dagli etruschi prima, dai Celti poi, abili rabdomanti.
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Curiosità di Viaggio, Il Significato delle Sirene sui Capitelli La presenza di corsi d’acqua sotterranea era rappresentata nei capitelli dei luoghi sacri rispettivamente dalle sirene e dai draghi. Non è difficile, in effetti, immaginare che le sirene siano connesse alla rabdomanzia, nonchè l'abilità di cogliere le linee d'acqua insite nelle profondità del suolo, simili alle linee di energia chiamate leyline, utili anche a “informare l'acqua” di specifici messaggi e incanti. Tali linee sono tradizionalmente punti di potere elevatissimo, su cui, non a caso, i nostri antenati erigevano i loro templi – poi sottratti e fatti propri dalle confessioni religiose venute dopo – per sottrarre ai loro predecessori una energia segreta. All'interno di queste linee vi scorre l'energia tellurica della Madre Terra, ma si dice che vi sia canalizzata anche l'armonia celeste, di cui, le sirene, sono riflesso, ovvero «riflesso profondo delle stelle»; ossia punti energetici di incontro tra gli assi dell'universo che si trovano nella maggior parte delle cosmogonie delle origini – alberi cosmici – quanto nell'alchimia; da cui il famoso motto, attribuito ad Ermete Trismegisto (assimilabile a Toth), del “come sopra così sotto”, ovvero le sirene possono essere pensate come il rispecchiamento delle stelle nelle acque. La maggior parte degli edifici sacri della cristianità, sono stati costruiti per assorbire quella energia zampillante, attribuita al culto della Madonna ma che, in realtà, incarnerebbe la madre oscura e sotterranea delle origini, rappresentata da un serpente che scorre tra gli anfratti della terra. La “Wouivre” o “Woëvre” è lo specifico nome che questo serpente – e la sorgente guizzante – aveva tra i Galli. Ora chiamate correnti telluriche, possono essere punti di comunicazione tra faide di suoli di nature diverse, oppure provenire come “vene” dal profondo magma/cuore terrestre. Probabilmente nei territori delle Gallie, cisalpina e transalpina, i celti si radunavano in questi luoghi, e ci vivevano in prossimità per assorbire la benevolenza sprigionata dalla terra e assicurarsi buoni raccolti. Infatti tali faide sorgive venivano segnate con pietre particolari, i menhir – dal bretone men e hir “pietra lunga” – che avevano lo scopo di attrarre magneticamente a quelle vene le energie celesti, anche dette “correnti del drago”, per via della loro estrema potenza nell'incedere fra terra e cielo sull' axis mundi, che, come approfondito dagli studi passati sulla mitologia baltofinnica del mio portale di ricerca, Lo Scrigno di Luce; era percorsa anche dagli sciamani artici nella loro tenda, che la risalivano come una scala per portare messaggi divini, ricevuti in connessione con tale asse, durante i loro riti, canti e pratiche. Tutt'oggi, in Europa, frequentemente nel Nord così come in Italia, sono proprio serpenti, uccelli, centauri, tritoni barbuti o sirene bicaudate (ad esempio Pavia, Como, nella Tuscia, Bari, Lucca) – risalenti al medioevo romanico quanto agli etruschi – a svolgere su angoli, mura o capitelli, la funzione di quei menhir. Non è forse, la Sirena, come visto negli scorsi approfondimenti, la creatura che, per eccellenza, incarna l'armonia della doppiezza, nonchè colei che ha in sé l'argento della “aqua mercurialis” e al contempo la scintilla d'oro delle stelle e del sole; che ogni elemento ha integrato e, pertanto, connette e al contempo trascende? — Tratto da Le Sirene, Miti e rivelazioni dalle origini, ricerca di Claudia Simone
Memorie di Viaggio, La Sirena A Ricordo di Selma Sevenhuijsen Vorrei che Selma Louise Sevenhuijsen, autrice de La Sirena e Il Volto Santo tra gli altri, purtroppo spirata il 15 Gennaio 2024 ad Amsterdam; fosse qui per ammirare le splendide sirene che ho scoperto a Baceno. Lei era una delle poche, a nutrire, come me, una vera ammirazione per queste «creature di confine». Mi disse che i miei ragionamenti assomigliavano molto ai suoi, condividevamo una «voce comune», che alimenterò affinché mai si spenga.
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Il saluto alla Iside Stella Maris presentato dagli angeli, in prossimità del Tritone, a testimonianza del sincretismo tra la la stella guida dei marinai egizi e cananei, San Cristoforo il traghettatore cananeo, il culto lattogeno delle Matres galattofore, ora volti della Diana Lucifera preromana; e quello sirenico/celeste di Astarte, Stella Cometa, Madre Celeste dei Semiti; presso la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE
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Curiosità, Iside Stella Maris sirenica e celeste Iside è anzitutto una incarnazione della serenità e della calma spirituale, che reca una dolce promessa di immortalità, apparendo a molti come una stella in un cielo tempestoso, e risvegliando nel loro petto un incontenibile rapimento di devozione non dissimile da quello offerto nel Medioevo alla Vergine Maria. La somiglianza tra le due potrebbe del resto non essere accidentale, infatti l’Egitto, complice il Concilio di Efeso; potrebbe aver contribuito al sontuoso simbolismo offerto dalla Chiesa cattolica a Maria. Nell’arte, la figura di Iside assomiglia talmente alla Madonna col Bambino che ha qualche volta ricevuto l’adorazione di inconsapevoli cristiani. Ed è forse Iside, nel suo posteriore carattere di protettrice dei marinai, che la Vergine Maria deve il suo bell’epiteto di Stella Maris. — Tratto da Iside Stella Madre, Dee e Sincretismi dalla prima storia israelita, ricerca di Claudia Simone
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La Vergine Maria, con il mantello trapuntato di stelle, tipico delle Madonne celesti, che sono il volto più prossimo a noi della Iside Stella Maris, nonchè reminiscenza delle Dee di Luce preindoeuropee nascoste nei culti lattogeni; quali le Matronae e la Diana preindoeuropea, come illustrato nel brano. Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Evocativo affresco che ricorda un Ex Voto, ovvero una promessa. Non ne conosco la datazione nè informazioni precise a riguardo, il diario resta in aggiornamento. |
L'affresco soprastante, uno di quelli che ho apprezzato particolarmente; dovrebbe risalire al XVI secolo e secondo I Viaggiatori Ignoranti potrebbe essere opera o del Cagnola o dello Zanetti; e rappresenterebbe lo scalpello al soldo della controriforma che distrusse l'innocenza, in particolar modo quella del corpo femminile; come sopraddetto, negato in tutte le sue forme a partire dalla scelleratezza del Concilio di Trento.
Curiosità di Viaggio, Le vere origini di Eva «La vera maledizione del serpente, resa errata nella Genesi», vuole che il serpente fosse nemico di Adamo poichè stava a guardia della Dea; che questi tentava di ingraziarsi. Egli ne schiacciò la testa; e questa è forse anche l'origine della iconografia di San Michele che schiaccia il serpente del femminile – così come San Giorgio e San Giulio, nemici per antonomasia del serpente che incarna il sacro femminino – allora «la bestia» gli punse il tallone, in un ciclo che si sarebbe ripetuto ogni anno. «Persino la storia della nascita di Eva dalla costola di Adamo è una frottola», che ha radici in una raffigurazione della dea Anatha di Ugarit che osserva mentre Aleyn, alias Baal, spinge un coltello sotto la quinta costola del gemello Mot. Questa uccisione è stata interpretata come la rimozione da parte di Jahvèh di una sesta costola, che poi sarebbe diventata la famigerata Eva. — La vera storia della Mela e il Serpente di Eva; cfr. R. Graves, La Dea Bianca, p.298
Un altro affresco che ha acceso un punto luce, dentro di me, è stato quello di una delle sibille, la “Sibilla Persica”, profetessa, veggente e saggia che nei lessici mitologici, si legge in Luisa Francia, Le tredici Lune; “rappresenta la donna ispirata, colei che viene inizialmente allevata dalle Muse. Il compito più importante delle sibille era quello di vedere ciò che altre ed altri non vedono; poiché comunicavano con le piante e gli animali che rivelavano loro verità segrete. In un certo senso, anche Ildegarda di Bingen fu considerata una sibilla, poiché, grazie alla sua visione guadagnò indipendenza e il proprio convento”. Anche la chiaroveggenza e la lungimiranza sono doti attribuite a queste antiche donne di conoscenza, per questo, sono loro stati dedicati i Tarocchi. Le Sibille, ovvero “consigliere di dio”, la latino sibyllinus sono sia donne realmente esistite, che hanno incarnato il corredo qui brevemente citato, sia figure mitologiche greche che romane, sacerdotesse messaggere di Apollo. Le Sibille, che secondo il poeta Marrone sono dieci, alcune appartenenti al gruppo orientale, altre a quello mediterraneo; come la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno, comunicano misteriosamente e per enigmi. Nella immagine, la Sibilla Persica, quella che mi ha colpita particolarmente e la sola che ho scelto di fotografare e portare con me; sussurra “virgins in gremio tellus habitura laurem beftia lub pedibus colla dabir premenda” ovvero “la vergine avrà la terra in grembo e il suo collo sarà premuto con i piedi”. In un luogo dove le streghe e le eretiche hanno patito le pene dell'Inquisizione, e dove, quindi, la reminiscenza delle antiche madri ctonie, ben rappresentate da serpenti e draghi che la cristianità ha schiacciato sotto al piede di Santi come Michele, Giorgio e Giulio; questa breve massima brilla per la sua integra verità, eppure scuote per la tristezza che narra.
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La Sibilla Persica presso la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Croce templare, esibita anche sul campanile della Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE. Sebbene diversi articoli trovati in rete convergano nell'affermare che i templari, alla stregua delle streghe, fossero in qualche modo coinvolti nel periodo della caccia a Croveo di Baceno, ovvero accusati di eresia; la storia ha dimostrato che le accuse di eresia perpetrate nei confronti degli antichi Pauperes Commilitones Christi erano una montatura realizzata ad arte realizzata dal Re di Francia Filippo il Bello che voleva solamente impossessarsi dei beni che il Tempio gestiva con grande maestria e disinteresse, come tutti i beni materiali di cui era in possesso. Tratto da www.templarioggi.it |
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San Sebastiano trafitto dalle frecce, Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Elementi di studio, in fase di aggiornamento, presso la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Elementi di studio, in fase di aggiornamento, presso la Chiesa Monumentale di San Gaudenzio sita in Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Ultimata la visita alla chiesa di Baceno, siamo tornati a visitare le Caldaie del Diavolo, ovvero le Marmitte di Croveo che, nella parte prima della mia esplorazione, documentata nel primo articolo del 26 Gennaio 2024; ho accostato a quella che sarebbe potuta essere la vera stua del diavolo emersa dagli interrogatori, lungo i quali però le sarebbe stata attribuita una ubicazione sul Monte Cervandone; che forse le accusate citavano solo per coprire il vero luogo della tregenda, forse il Monte Cistella, o forse il Ponte di Osso sulle Marmitte di Croveo. A ogni modo, al di là del fatto che nessuno ha la verità in tasca, considerate le condizioni di precarietà e negazione dei diritti umani nelle quali le donne e uomini imprigionati dovevano patire prima di essere sottoposti al dialogo inquisitorio; sentivo la necessità di assorbire, di nuovo, la fresca aria delle acque del Devero che lì vi sgorgano impetuose; tuttavia, questa volta, le stalattiti erano sciolte, e l'aria incominciava a riflettere le prime trasformazioni della Ceriola, nondimeno Candelora.
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Le Marmitte di Croveo o Caldaie del Diavolo, luogo di ritrovo delle Streghe di Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Il Ponte di Osso delle Streghe di Croveo presso le Marmitte di Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
A quel punto, abbiamo proseguito il cammino che dal Ponte di Osso conduce alla omonima frazione, dove abbiamo incontrato quella che subito è diventata, per noi, la casetta di Biancaneve, con il ruscello adiacente; poco prima di raggiungere il già citato nell'introduzione Villaggio Treno dei Bimbi, di cui si allegano le altre fotografie.
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Il ruscello dietro al rudere, Osso di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Osso di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Villaggio Treno dei Bimbi ad Osso di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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La lattea Madonnina presso il Villaggio Treno dei Bimbi ad Osso di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Taccuino di Viaggio, Riflessioni di Una Strega in Viaggio Con il passare del tempo, mi rendo sempre più conto che il mio percorso interiore assomiglia molto di più a quello che potrebbe aver percorso una qualche “santa”– non che io mi eriga a tale, è chiaro – piuttosto che a quello di una dedicata a qualsivoglia religio pagana, famigerata sacerdotessa della Dea Madre, o a quello di una moderna strega praticante, magari anche una Wiccan; premesso che la Wicca è una religione verso la quale nutro molto rispetto, perlomeno nei confronti di quei pochi e quelle poche che in essa si riconoscono sinceramente, portando avanti una pratica seria e responsabile. Ma ognuna di queste strade, che fin dall'età di quattordici anni, quando il web non era ancora tra i miei obiettivi, ho approcciato, in taluni casi anche percorso con consapevolezza; in altri mi sono isolata, apprendendo pratiche misteriche e sciamaniche da Raffaella C., una grande donna, purtroppo adesso molto lontana; non erano la «mia» strada. Una strada che ha scelto un cammino di povertà di epiteti, maschere e auto-investimenti così come elogi, basata, ormai lo so, molto più sul custodire e sul celare ciò che sento, sono e pratico, piuttosto che sul condividerlo e sfoggiarlo; al di là di rari casi di celebrazione in compagnia di altre «streghe» nelle quali mi riconosco, e che in me riconoscono il loro stesso sentiero, la loro stessa «arte». Osservare la candidezza di luoghi come il Villaggio Treno dei Bimbi, la letizia emanata dalla sua Madonnina; e riconoscere la divinità nella sua espressione più pura e gentile; ovvero che si palesa nella «accoglienza sincera» di tutte e tutti; mi ricorda quanto l'ambito dell'attuale paganesimo sia così degenerato, diverso da come sarebbe potuto o dovuto essere. Spesse volte, nel fare quattro chiacchiere con una anziana suora, che la sua dedicazione la vive nel canto che «le accade dentro» è per me molto più gratificante che confrontarmi con coloro che, teoricamente, camminano in scarpe simili alle mie. Non sono andata a Croveo di Baceno per portare la narrazione della povera strega torturata dalla crudele inquisizione, che senz'altro si è servita di pratiche aberranti e che mai tollererei venissero inflitte ad alcuna; ma sono giunta ad ogni modo fin qui per provare a portare un «racconto diverso»; forse per ricordare che il povero diavolo che tanto si teme, nidifica, vive, e si nutre, potenzialmente, dentro ognuna od ognuno: permettere a quella entità estranea di sottrarre sè stessi/e alla ragione e, cito Francisco Goya, il sonno della ragione genera mostri; è un atto che dipende solo da noi stesse e noi stessi. Premesso che mostro deriva la sua etimologia dal latino “monstrum”, che significa prodigio, trovo più che utile citare F. Nietzsche nel contesto: chi va a caccia di mostri stia attento a non diventare un mostro egli stesso. Credo sia anacronistico, di questi tempi, attribuire a questa o a quell'altra confessione religiosa la responsabilità d'ogni male: negli ultimi tempi, ho visto esprimersi più patriarcato, competizione, e senso di possesso e gerarchizzazione nel cosiddetto ambito pagano, pseudo-spirituale e pseudo-esoterico – per non parlare del degrado culturale che dilaga in certi ambiti rievocativi – piuttosto che nell'ambiente cristiano che presso pievi, chiese, e piccole iniziative di paese mi ha sempre riservato una particolare gentilezza, spingendomi a tornare, e a cercare, cercare ancora la mia strada ovunque il mio sole dentro mi portasse e mi porti, finanche in un convento, a ritirarmi per qualche tempo, lontana dalla prigione carnevalesca di artificialità che l'ambiente al quale «all'apparenza appartengo» “offre”.
Dopo la visita al Villaggio Treno dei Bimbi, abbiamo percorso il tratto che da Osso, facendoci attraversare un ponte sotto al quale scorreva il torrente Devero, ci ha ricondotti a Croveo, questa volta, passeggiando la via esterna, tra casupole, ruderi, ed antiche costruzioni tipiche del paesaggio terrazzato dell'Ossola.
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Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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La conigliera, Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Tipica architettura di Croveo di Baceno, con influenze Walser |
Taccuino di Viaggio Scrivo, e lavoro a questo brano, con le dita che sanno di marmellata. Da bambina venivo sgridata, per questo. Adesso, quando sento la marmellata sotto le dita mentre sono concentrata su un brano, riconosco a me stessa che sto facendo un buon lavoro, me lo devo; lo devo al volto di coloro che, attraverso queste esplorazioni, sto cercando di «ritessere».
Nel bel mezzo della passeggiata verso il centro del paese, non abbiamo potuto fare a meno di notare la piccola grotta delle streghe, dove è stato collocato un mosaico realizzato dall'artista sardo Gianni Basciu a memoria della strega Giovanna La Fiora, bruciata nel 1575 dalle fiamme del fuoco dell'ignoranza. Le farfalle – si legge nella legenda – a rappresentare la leggerezza con cui le accuse sono state inflitte, i fiori, tra cui le margherite già citate nel brano, a rievocare la purezza delle donne condannate al rogo.
Ed ecco, scivolare via il sole, appoggiava la Grande Madre celeste la sua mantella trapuntata dai piccoli occhi di fuoco delle stelle; sulla mia anima turbata, in preda all'impazienza di sapere, vedere e comprendere di più e ancora meglio la vicenda delle antenate di Croveo. Era il momento di fare gli ultimi, malinconici passi tra le strette vie del borgo, salutare gli animali curiosi dagli sguardi suggestivi, quasi parlassero; e rifocillarsi prima con un aperitivo al Bar Cooperativa – dove abbiamo studiato l'itinerario del terzo weekend di esplorazione – e poi, lì affianco; da Mirella, al Ristorante Pizzeria Cistella di cui, ormai, io e il mio compagno di viaggio siamo abituè. Nel gustare il lardo ossolano con bacio di miele e nevicata di noci; nonchè il risotto in forma, servito, letteralmente, all'interno di una forma di parmigiano; una delle gentili cameriere si è avvicinata al nostro tavolo, porgendomi un libro: Luci su Croveo, di Tullio Bertamini. “Ho saputo che sei la ragazza che sta svolgendo le ricerche sulle nostre streghe” – ha esordito. “Credo che questo libro possa esserti utile”. Non ho fatto in tempo a ringraziarla, con il cuore in letizia, che delicatamente ha aggiunto “forse conosci la Zucca, la Michela Zucca. Lei anche, come te, è stata qui per occuparsi delle streghe di Croveo, lei è molto brava”. Conosco Michela solo attraverso i social – senz'altro lei non conosce me, nè il timido Scrigno di Luce, il portale esoterico di ricerca dove da sette anni mi occupo, silenziosamente e senza troppo clamore o sponsorizzazione di alcun tipo, «delle antiche forme di donne e di luce» – e non avevo idea che si fosse occupata delle Streghe di Croveo; ma riconoscere il mio percorso, affianco a quello di altre, e per la prima volta scorgere la possibilità di essere accostata a donne così all'avanguardia che potrei quasi considerare “colleghe”, è stato un bel dono al quale, devo sottolinearlo, non mi sento preparata.
Taccuino di Viaggio Se non altro, a prescindere dalle scottanti esperienze passate, dove non sono quasi mai risultata la benvenuta “nell'ambito”; realizzo di non essere l'unica a camminare sulla via in questo particolare modo, l'antica via a molte e molti celata e che, con il filo d'oro che si lascia alle proprie spalle, è possibile illuminare sul sentiero anche a quelle che verranno, senza timore che la condivisione possa privare di qualcosa.
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Tramonto su Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Bar Cooperativa, Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Ristorante Pizzeria Cistella, Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
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Ristorante Pizzeria Cistella, Croveo di Baceno(VB), Verbano-Cusio-Ossola, PIEMONTE |
Diritti
Brani e fotografie di Claudia Simone, vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso scritto dell'autrice e senza citare la fonte ai sensi della legge n° 663 a tutela dei diritti di autore.
Che ricerca Claudia! Complimenti
RispondiEliminaMa dobbiamo, ora e sempre, smussare gli angoli! Quanta verità nelle tue parole, che ti ringrazio di avermi scritto in privato, è stata una rara delicatezza.
EliminaHo sempre il timore di offendere, sono contenta che tu le abbia apprezzate. A volte si fraintende ciò che sentiamo e le altre e gli altri ci scambiano per qualcos'altro. Ho "un caratterino" pure io e quando scrivo un post, parlo di un libro talvolta devo fare un passo indietro, per rispetto di chi mi legge e che magari non mi conosce. Dobbiamo, mi ci metto pure io, "smussarci" per farci capire. Grazie a te che non te la sei presa.
EliminaL'attenzione a non ferire, ovvero a non essere fraintese, è davvero importante e me ne rendo sempre più conto; soprattutto quando, citando certe realtà dichiaratamente nemiche dell'armonia, non si vuole in alcun modo riferirsi a coloro che, nel bene o nel male possano volerci, si stima per ciò che sono e hanno costruito con amore. A ogni modo, io non sono particolarmente fragile, accolgo le parole forti con altrettanta forza, e con la tenacia che mi spinge a fare della mia materia qualcosa di sempre più chiaro, e migliore, per me e per le altre. Io almeno questo spero...
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