Pettenasco, Memoria di Draghi, Streghe e Margherite
Sorseggiando un caldo tè al limone, ed in procinto di assistere allo spettacolo dell'alba sul lago, mi piacerebbe ricordare alcune riflessioni sopraggiunte negli scorsi pomeriggi, mentre passeggiavo sull'erba virginea che ricopre molti degli spazi aperti dell'ameno paese lacustre in cui vivo. Spesso, mentre svolgo brevi e meno brevi esplorazioni, ricorro a un piccolo taccuino su cui annoto non tanto i pensieri che mi attraversano, quanto delle parole chiave che, al momento di riportare l'esperienza sul diario di viaggio, mi aiutano a ricordare i punti luce della giornata, così da non scordare di citare nessuna delle preziose sensazioni avvertite lungo il tragitto.
Ultimamente sto scrivendo e lavorando moltissimo, sto dando tutta me stessa affinché nessuna ispirazione vada perduta, eppure c'è sempre qualcosa che sfugge, anche se cerco di far sì che questo non capiti, poiché sono una piccola custode di sensazioni, e considero ogni passo svolto sul sentiero una importante tappa interiore.
In effetti, nulla di ciò che accade durante queste gite è di poco conto; così come non lo erano le soffici e bianche margheritine dal sorriso splendente che innevavano la Via per il Lago. Le pratoline, infatti, mi fissavano felici, coi petali accarezzati dai flutti del vento che di tanto in tanto carezzava il terreno, facendo sprizzare la smeraldina acqua sul pontile, ed incantandomi col suono degli ormeggi.
Il sentiero che costeggia il Lago di Pettenasco si dirama in due tratti, partendo dalla Via della Torre dell'Orologio della Chiesa di Santa Caterina, che fa da spartiacque tra i due, e che sorge proprio all'entrata del paese.Giungendo da lì, ci si ritrova dapprima in una piccola piazzetta, in cui c'è un parchetto per bambini che si affaccia direttamente sulle acque. A quel punto, procedendo a sinistra, si va in contro alla passeggiata al tratto Sud, turistica, spaziosa e lievemente caotica nei fine settimana (soprattutto in estate) dove ci sono anche dei graziosi ristoranti con spiagge private e fornite di tutti i servizi.
Pettenasco è infatti meta ambita da tedeschi, francesi e svizzeri che ne lodano il paesaggio, la quiete e senz'altro la cucina tipica.
Alcuni scatti della Passeggiata al Tratto Sud
Il Lago d'Orta e La Loch Ness Italiana
Sul cammino al Tratto Sud si incrocia fra l'altro una fionda, installata, forse, a reminiscenza delle antiche gesta di coloro che, nei tempi antichi, rievocavano l'uccisione del drago nelle gesta del predicatore San Giulio. Una vertebra della famigerata creatura è custodita tutt'oggi dalle monache di clausura che vivono in raccoglimento sull'Isola omonima, deliziosa oasi di pace che non mancherò di documentare e che da molti è stata soprannominata la Loch Ness italiana.
Il Primo Caso di Rogo per Stregoneria in Italia
A questa triste storia, che narra dell'invasione cristiana nelle nostre terre e del forzato allontanamento delle creature primigenie che presumibilmente le abitavano, si accompagna la leggenda dell'esistenza di una strega locale, addirittura alla quale è stato attribuito il primo rogo per stregoneria in Italia. La fonte, reperibile nel testo Wicca di Laura Rangoni è stata a ogni modo dichiarata priva di fondamento tra le pagine di Massimo Centini, che in Streghe in Piemonte ne denuncia l'inattendibilità per carenza si documenti. Forse, una custode di memorie sapienziali legate alla anima arcaica del luogo, qui è davvero esistita, anche perché, non sarebbe meno assurdo che credere a un santo capace di sconfiggere un drago, no?
D'altra parte, scegliendo il percorso che dalla piazzetta conduce al tratto Nord della passeggiata, ci si ritrova su un sentiero più silenzioso, stretto e immerso nel verde, che ospita numerose spiaggette libere. Questo è in effetti il percorso che amo di più, poiché se d'estate per fare il bagno mi piace adagiarmi sul lato turistico, dove la spiaggia è ampia e presenta tratti ricoperti di sabbia luminosa e morbida; questa sponda è invece indicata per le passeggiate meditative e solitarie, o per immergersi in iniziatici bagni notturni anche nelle stagioni più fredde…!
Il Canto della Ninfa del Giunco
Alcuni scatti della Passeggiata al Tratto Sud
Sul cammino al Tratto Sud si incrocia fra l'altro una fionda, installata, forse, a reminiscenza delle antiche gesta di coloro che, nei tempi antichi, rievocavano l'uccisione del drago nelle gesta del predicatore San Giulio. Una vertebra della famigerata creatura è custodita tutt'oggi dalle monache di clausura che vivono in raccoglimento sull'Isola omonima, deliziosa oasi di pace che non mancherò di documentare e che da molti è stata soprannominata la Loch Ness italiana.
Il Primo Caso di Rogo per Stregoneria in Italia
A questa triste storia, che narra dell'invasione cristiana nelle nostre terre e del forzato allontanamento delle creature primigenie che presumibilmente le abitavano, si accompagna la leggenda dell'esistenza di una strega locale, addirittura alla quale è stato attribuito il primo rogo per stregoneria in Italia. La fonte, reperibile nel testo Wicca di Laura Rangoni è stata a ogni modo dichiarata priva di fondamento tra le pagine di Massimo Centini, che in Streghe in Piemonte ne denuncia l'inattendibilità per carenza si documenti. Forse, una custode di memorie sapienziali legate alla anima arcaica del luogo, qui è davvero esistita, anche perché, non sarebbe meno assurdo che credere a un santo capace di sconfiggere un drago, no?
Passeggiata al Tratto Nord
Il Canto della Ninfa del Giunco
La quiete del luogo mi ha consentito di ascoltare ogni singolo suono emesso dalla natura circostante, che ad un certo punto pareva cantare. Forse, una delicata ninfa acquatica ha scelto di regalarmi la eco della sua voce. Di certo ne custodirò la melodia, che ho registrato in un video, ma soprattutto ne ho infuso il ricordo nel cuore. Ad accompagnare il misterioso canto, orchestrato dal fruscio dei giunchi, un merlo fischiettava allegramente dal folto degli alberi circostanti, intonando il controcanto delle trame sonore intessute dalle lievi onde.
Dopo aver accarezzato le margheritine, che mi hanno seguita per tutta la passeggiata con occhietti vispi, ne ho colta una e ho sussurrato il suo nome a occhi chiusi, col nasino bruciacchiato dal sole appoggiato sul suo bottoncino giallo.
In quell'istante, il merlo sembrava ripetere la parola Margherita, che a quel punto echeggiava nel vento. Tutto raccontava la storia del fiore: Margherita, Margherita - ripetevano le fate verdoline - facendo il girotondo sulla mia testa e inebriandomi coi loro profumi sgargianti.
Celebrerò le margheritine così a lungo umiliate e calpestate da molti; ripeteva la vocina nella mia testa che proprio non voleva darsi pace all'idea che il pensiero comune avesse da sempre connotato tale reputazione ad un fiore così speciale. Del resto, passeggiando sulla via del ritorno, ho rammentato la ragione per cui fossi lì, nonché il motivo per cui ho incominciato a scrivere il diario di viaggio: volevo che il mondo potesse vedere la natura con lo stupore e la meraviglia che gli appartengono, affinchè il sacro fosse restituito al sacro, anche attraverso la mia voce.
Taccuino di Viaggio La gente deve saperlo, che la margherita profuma, che il merlo intona e ripete il suo nome, e che i giunchi orchestrano melodie che raccontano storie di ninfe dimenticate e forse afflitte.
Altre Fotografie
Altri scatti della passeggiata che dalla Torre dell'Orologio conduce al lungolago, catturati nel corso di alcuni pomeriggi. Si tratta di angoli di paese, testimoni della semplicità che gli è propria, e di cui gli abitanti, soprattutto i più anziani, sono custodi, anche se non lo sanno.
Citazione di Viaggio “Erano tutti gente di montagna, tutti avevano avuto gioie e vissuto dolori lavorando in campagna o in montagna, conoscevano il nome degli alberi e degli animali, nel profondo del loro animo conservavano storie antichissime che con generosità hanno raccontato. Non avevano visto il grande mondo, ma pure, ad un giovane ricercatore, quel loro mondo interiore pareva grande”. — Paolo Crosa Lenz, Leggende delle Alpi.
Taccuino di Viaggio L'aria è leggera e speranzosa, il mio volto ha preso fin troppo sole per oggi. Torno a casa, portando nell'anima un breve viaggio che è stato foriero di grandi rivelazioni. Non so che intenda la gente quando parla di felicità, ma so che cosa rappresenta la felicità per me: una margherita appoggiata al petto, ed il naso all'insù, rivolto al cielo mentre gli occhi faticano a stare aperti e le dita giocano ad acchiappare i raggi del sole.
Testo e fotografie di Claudia Simone. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza il permesso scritto dell'autrice e senza citare la fonte.
Ma che bellezza... e che splendide fotografie! Sono tutte bellissime! Io me le sogno foto così belle con la mia macchinetta scassata *.* Sono passata ieri sera e oggi sono già di nuovo qui a guardarle! Bravissima!
RispondiEliminaCiao dolcezza, in verità io sto avendo il tuo stesso problema, nel senso che sono brillanti e definite quando c'è il sole, ma col tempo nuvoloso vengono così così, e lo zoom in verità non è un granché! In ogni caso se può interessarti io sto usando un Samsung S6, ma ho intenzione di passare a una macchina fotografica professionale quanto prima, appena potrò permettermelo . A ogni modo grazie per il commento, è sempre un piacere ricevere un messaggino da parte tua! Un caro abbraccio
RispondiEliminaGrazie stella, credimi che sono splendide le tue, hanno dei colori incredibili, ma a parte quello, sei proprio brava con le inquadrature, sono foto splendide! Ora vedo cosa riesco a combinare e se riesco a trovare una macchina o un cellulare nuovo un po' più decenti di quelli che ho :D Grazie per il prezioso consiglio <3
RispondiEliminaFigurati, è sempre un piacere!! A presto, tienimi aggiornata sulla vicissitudine se ti va *-*
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