Danzando con le Matronae di Pallanza

In un soleggiato pomeriggio invernale di gennaio, ho raggiunto a piedi, a partire dalla zona centrale del paese di Pallanza(VB), che sorge sulle sponde del Lago Maggiore,  la silenziosa Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano, che si trova in cima a una breve salita, ed al cui interno è conservato un altare dedicato alle Dee Matronae, che erano venerate come dee delle fonti d'acqua, della vegetazione sacra e come antiche intessitrici del destino nelle zone del Verbano in quanto parte dell'area che comprendeva la Gallia Cisalpina. 
Il tragitto è stato breve, un soffice venticello scompigliava i capelli, e il sole, con il suo tepore, annunciava che qualcosa di nuovo stava per sorgere, sia nella mia vita che nell'aria, tanto è vero che pochi giorni dopo sono incominciate le abbondanti nevicate tipiche del periodo magico del risveglio primaverile.

Il reperto è databile intorno alla metà del I sec. d.C. e rinvenuto all'incirca tra il 37 e il 41 d.C. Fotografia di Claudia Simone presso la Chiesa di Santo Stefano di Pallanza(VB) - PIEMONTE


Il reperto è attualmente utilizzato nella Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano come altare per le messe..

Le loro mani allacciate dinnanzi al grembo, i loro visi rivolti alla rispettiva sorella che è loro più vicina nella danza, e le loro vesti hanno risvegliato in me un profondo desiderio di condivisione e sorellanza che, prima di questa visita, non si era mai fatto strada con tale decisione. 


Il lato posteriore dell'altare, raffigura le Matronae in un rituale di natura sacrificale


Taccuino di Viaggio “Ogni passo che compio sul sentiero di esplorazione e riscoperta del sacro femminino, non fa che chiarire quello precedente, e rischiarare come una calda fiaccola accesa in una grotta buia, quello successivo”.

Amo la Madre, amo le Madri, amo ciò che di loro è sopravvissuto fino a noi, ed è per questo che vi lascio in calce il link alla ricerca sulle Dee Matronae e sul loro legame con le antiche grotte lattifere e nutrici delle donne, le stesse donne la cui voce ancora vibra nel grembo e nel petto di alcune di noi, spingendoci, come delicati bucaneve che sbocciano a febbraio, a venire alla luce con umile saggezza, per rimembrarle nelle nostre vite e in quelle delle altre…


Sulla via a salire verso la Chiesa, molte case esponevano canestre cornucopie e immagini di Madonnine con la spiga e il timone, un chiaro sincretismo con le madri che un tempo qui erano oggetto di culto come custodi del focolare e dell'abbondanza.



Conclusa la visita, mi sono rifocillata in un grazioso parco soleggiato, appuntando qualche nota di viaggio e raccogliendo spunti di ricerca.

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Collegamento alla ricerca: Il Culto delle Matronae, ricerca di Claudia Simone

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